13 ago 2022  | Pubblicato in Ligucibario

Nell’orto di Christian a Calizzano

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Christian (della famiglia dei proprietari dell’ortofrutta di Calizzano) è da alcuni anni un amico con cui dialogare di agricoltura, talora “sconfinando” altrove. E’ ben più giovane di me (purtroppo), ma da molti anni la vita negli orti costituisce la sua passione, oltre che il suo lavoro. I giorni scorsi ha invitato Luisa, me ed Angela Badano (che di professione è cuoca ed assai capace) a visitare quegli orti. Si è trattato, come immaginavo, di una bellissima esperienza. Durante la quale “esplorare” fra l’altro 36 varietà di pomodoro (tra cui un giallo senza semi e dalla buccia impercettibile), patate “come una volta” tra cui la quarantina e l’eccellente agria, la roveja o pisello dei campi, dal sapore dolcissimo, e fagiolane, carote… Christian s’ispira di fatto all’agricoltura sinergica (c’è in proposito un bel libro della permacultrice spagnola Emilia Hazelip che consiglio a tutti i Lettori, non sono poi pochi, di Ligucibario®), viceversa dissentendo da alcuni “fondamenti” di quell’agricoltura elementare che si lega al “non metodo” di Gian Carlo Cappello. Aldilà tuttavia dei nomi, da Rudolf Steiner in poi, che si vogliano dare alle teorie e agli approcci operativi (anche il vino ormai è biodinamico, naturale, resiliente, ancestrale, uffa che tedio…), la località di Calizzano, come ben noto e come ovvio, dal punto di vista pedoclimatico – quasi montagna, tra splendidi faggi e castagni – favorisce alcune coltivazioni ma ne penalizza altre (negli anni ho visto ad esempio non poco basilico ostacolato dalla peronospora…). Si tratta dunque, a maggior ragione in questo tempo ostile di cambiamenti climatici, genetiche modificate, crisi socioeconomiche ovvero alimentari, di “aggregare” quanto di meglio possa provenirci dalle diverse discipline e strategie, per un’agricoltura di qualità, equa, pulita, sostenibile, eccetera eccetera eccetera. Sovescio, rotazione delle colture, consociazione, pacciamatura, tanto per dire, e niente chimica, niente sementi “industriali”, niente bombe d’azoto, niente OGM. Per me, che da tanti anni mi batto (nei corsi che tengo, nei libri che scrivo, nei convegni cui partecipo, ed anche online…) per filiere più brevi, cultivar autoctone, ricette della memoria, buonessere, figure come Christian sono reali boccate d’ossigeno. Passate a fargli visita nella bottega sotto i portici dove la provinciale 490 del Melogno salendo da Finale entra in paese, potrà così raccontarvi di persona i molti prodotti che la sua terra genuinamente offre al nostro palato. Feel the difference, e salutatelo affettuosamente da parte mia. Se poi siete curiosi di cultivar liguri, a questo link (scorrendo sino alla lettera ‘P’) trovate sulla mia piattaforma tutte le varietà di patate più significative…

umberto curtiUmberto Curti

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