Con Luisa ho conosciuto compiutamente Calizzano nel 2003, in fuga disperata da un’estate di canicola, e la prima notte vi dormimmo – sbalorditi e felici – con la copertina. A quei tempi ci accolse la professionalità (la cortesia) di Piera Manfrino, dell’hotel “Miramonti”, struttura proprio in centro paese dove tornammo tante, tante volte (camera 35), ammaliati anzitutto dalla cucina di Angela (sorella di Piera), cuoca non più in attività. La dedizione di Piera e Angela verso l’ospite era commovente. Presumo che al “Miramonti” si mangi tuttora benissimo, ma personalmente continuo a sognare che da qualche parte le mani sapienti di Angela tornino ai fornelli, dato che i suoi ravioli e la gallina ripiena creavano dipendenza, ed io tuttora me ne debbo dichiarare adepto…
Poi, per alcune estati, con Luisa m’appoggiai all’agriturismo “Le giaire”, belli e spaziosi quegli appartamenti appena fuori paese, cascina antica dove l’instancabile Raffaele (alias “lo gnomo”) organizzava eventi ed escursioni per grandi e piccini, e la moglie Maria Grazia col figlio Raffaellino badava alla cucina. La pasta fresca era da urlo, ma assaggiai anche ottimi bacialli e torte strozzagatti, perfette per uno come me sempre in cerca di ricette della memoria… Oggi so che Raffaele è impegnato soprattutto con “Il pernambuco della contessa” giù a Perti, vicino a Finalborgo, paradiso per bikers, e gli auguro ogni successo.
Attualmente per Luisa e me Calizzano è “La brinetta”, agriturismo in regione Frassino, un luogo incantevole “far from the madding crowd” dove la famiglia Pesce si profonde in un’ospitalità squisita. I 4 alloggi (fra cui il “teccio”) sono magnifici e lindi (guardali con calma a questo link), e gli occhi si perdono nel verde del prato e dei boschi retrostanti. Fra quegli alberi di faggio e quei maestosi voli di poiane ci si sente al sicuro, ve lo scrivo per esperienza diretta (la mia vita non è stata semplice), via dalle città caotiche e dai nostri giorni ed impegni sempre più insensati… D’estate guardo Delia e Maria chine nell’orto fra zucchine e pomodori e mi dico che v’è più saggezza nei lenti gesti di quelle due meravigliose nonnine che in centinaia di parole e ciance che m’è toccato – che mi tocca – ascoltare o leggere.
Quando mi chiedono le ragioni per le quali Luisa ed io amiamo così intensamente Calizzano rispondo – come prevedibile – che ne elencherei mille, non una di meno, sia come appassionato frequentatore sia come “addetto ai lavori” (di mestiere mi occupo, come noto, di turismo enogastronomico, di rilancio dei territori, di marketing per le imprese…).
Calizzano è quell’atmosfera storico-culturale che respiri nel carruggio (via Garibaldi) e nelle sue antiche chiese (San Lorenzo, la Madonna del Rosario, le Grazie…). E’ quella sensazione d’esser al centro di infinite possibilità escursionistiche per tutte le gambe (l’Alta Via dei Monti Liguri è a un passo) e di gite in auto verso piccoli musei, caseifici, borghi tra i più belli d’Italia, caffè storici, commoventi mostre fotografiche. E’ quel cielo terso e quell’aria fresca che in piena estate profumano, per usar parole di mia moglie, di “paradiso possibile”. E’ la quiete di Vetria, dove mi dicono si coltivi ottimo grano… Sono le fonti d’acqua, ciascuna con peculiari proprietà benefiche, la mia prediletta è la “ciumbere” sù verso la Colma, vecchia strada per Garessio…
Ogni giorno una passeggiata, Calizzano via via ha fatto di me (che non avevo quasi mai indossato scarponi e zainetto) un escursionista, se scelgo direzione Melogno (al valico presso Forte Centrale ha aperto il Rifugio), mi attende ad esempio la casetta della Forestale in mezzo alla foresta della Barbottina, riserva demaniale protetta. Se scelgo direzione Millesimo, mi attende ad esempio il parco regionale di Bric Tana, o la promenade lungolago di Osiglia. Se scelgo direzione Castelvecchio di Rocca Barbena, mi attende ad esempio il “sentiero di Ilaria” del Carretto, magia che scende a Zuccarello. Se scelgo direzione Toirano, mi attende ad esempio la panoramica abbazia di San Pietro ne’ Monti in val Varatella. Se scelgo direzione Giovetti, mi attende ad esempio San Giovanni della Langa, lungo un reticolo di percorsi della fede. Se scelgo direzione val Tanaro (profondo Piemonte), mi attendono ad esempio la magnifica Garessio, con la sua Colla di Casotto ben nota a trekkers e sciatori, e 12 km più a sud Ormea, celebre città di montagna dal fascino austero, occitano, terra di malghe e formaggi…
Turista consapevole e buongustaio, che ogni tanto – o spesso – ami leggere Ligucibario, davvero Calizzano è come te l’ho descritta, coi suoi famosi funghi (“condivisi” con Bardineto), le castagne gabbiane da essiccare (in paese 2 gelaterie “rivaleggiano” quanto a goloso gelato), le creazioni artistiche in ceramica e legno di Giuliana e Agostino, i buoni cibi de “La bottega” serviti sempre col sorriso da Anna e Ileana, la frutta e verdura del giovane e valoroso Cristian (fra cui patate “pulite” come una volta), le cultivar tradizionali dell’azienda agricola Jole Buscaglia, con cui riscoprire sapori troppe volte dimenticati, le conserve di “Barberis”, la gradevolissima pizza de “L’odissea” (con birre nientemenoché di sua maestà Baladin), i curati piatti del “Passaggio a nord-ovest” lungo la strada che sale al colle del Quazzo, la cortesia di Lorenzo il benzinaio, le torte verdi di Valeria a Frassino…, e molto molto altro (mi sarebbe impossibile menzionare tutti).
Se la tragedia del coronavirus indurrà quei ripensamenti che in tanti – da tanto – ci auguriamo, luoghi come Calizzano rappresenteranno un rifugio di bellezza e di semplicità, dove riflettere – prima che sia troppo tardi – sull’avvenire del mondo (tra inquinamento, cambi climatici, dissesto idrogeologico, cemento, plastica…) e come in prima persona impegnarci per migliorarlo, e dove recuperare – non è mai troppo tardi – anche una parte di se stessi.
Amico lettore, sai come la penso, può dunque darsi che ci incontreremo là.
Umberto Curti
Come non condividere ogni singola parola! Nell’articolo sono stati menzionati luoghi e persone che conosco da sempre. Vivo a Genova, ma da oltre 43 anni il mio rifugio è Calizzano, ho casa alla Valle, lungo la strada che porta al Quazzo, ho sposato un calizzanese e mia figlia è una Barberis…Nemmeno il divorzio ha potuto allontanarmi… Alla soglia dei 60 anni, sto pensando seriamente di stabilirmici definitivamente, per godere di uno stile di vita infinitamente migliore di quello al quale sono costretta in città. Per quanto mi riguarda, Calizzano è per sempre!
Grazie ad una mia carissima Amica ho avuto il piacere di visitare Calizzano di recente.
In questo angolo di paradiso si respira ancora la consistenza della genuinitá .
Sono rimasta particolarmente colpita dalla cura dei particolari che ti fanno sentire accolta
Ci tornerò!
Antonella