8 feb 2022  | Pubblicato in Ligucibario

Sassello genius loci

sassello

sassello, paesaggi campestri

Regalo natalizio di Benedetta, che frequenta quella località, ho in questi giorni aperto il panettone della celebre pasticceria “Jole” di Sassello (SV). Sul sito dell’azienda (link qui), interessanti sezioni ne narrano la storia, regalando al lettore anche alcune foto della Sassello di ieri. Che fu, al pari dell’odierna, località di villeggiatura, apprezzata per il bel centro storico, il patrimonio naturale, le innumerevoli (sottolineo innumerevoli) ed eccellenti (sottolineo innumerevoli) tradizioni del gusto…
Il panettone, non a caso, era squisito.

Anche Luisa ed io frequentiamo assiduamente Sassello, siamo buoni camminatori, amanti del silenzio, ci incontri alla Deiva, o a Piampaludo, nei panini da picnic immancabile la testa in cassetta di “Giacobbe”, che crea dipendenza Il luogo ha clima ben diverso da Genova e quindi permette, da primavera ad autunno, fughe “via dalla pazza folla” verso il verde dei boschi, dei prati, dei coltivi… Quanto all’inverno, talora può essere assai nevoso, perfetto per le ciaspolate, il caminetto acceso, e un’atmosfera d’altri tempi. L’accoglienza, da parte degli operatori turistici e commerciali, si conferma sempre cortese e professionale, la torta di riso non è affatto finita, né scarseggia.
Ligucibario® ha costantemente riservato a Sassello pagine affettuosissime (link qui). Incastonata nell’ampio territorio del Parco Beigua, la località fu anche la prima in Italia a vantare la “bandiera arancione” del TCI, che viene assegnata premiando in primis la qualità ambientale.
Qualità ambientale… In una stagione storica – pandemia o non pandemia – che purtroppo mette quotidianamente a rischio le fondamenta della sostenibilità, del terroir, dei prodotti autoctoni, del buonessere…, solo ora si suona tardivamente l’allarme circa cambiamenti climatici sempre più irrefrenati (nel 2050 quanto arenile ligure sopravvivrà allo scioglimento dei ghiacci in atto?? è rassicurante a Calizzano veder fiorire la mimosa a gennaio??) e circa forme di esistenza sociale ed economica sempre più disparitarie e alienanti.
Scrivevo nel mio primo saggio, anno domini 2005, madre mia quanto tempo è trascorso (link qui): “Le contraddizioni (anche fortemente italiane) legate al repentino passaggio dalla cultura agro-pastorale alla industriale, sino alla recente terziarizzazione di gran parte della società, hanno prodotto vaste “lacerazioni” che inducono fenomeni di ritorno alle origini, di nostalgia verso una dimensione “altra”, avvertita emotivamente come meno omologata e come più conforme al vivere umano. Da Orazio a Rousseau, l’idea dell’uomo figlio della natura e non suo antagonista. Il valore della persona e della famiglia, la quiete, la semplicità e la chiarezza delle relazioni, il rispetto della natura e del lavoro, la stretta di mano e l’odore di casa, l’orgoglio, l’arguzia sincretica…contrapposti ai ritmi frenetici, alla crisi dei valori, all’eccesso di superfluo, alla tecnologia straniante, alla freddezza e alla competizione, all’uomo-massa e all’inquinamento…. Si tratta di questioni cogenti, che chiamano in causa l’amministratore, il cittadino, l’impresa, il manager turistico”.
Se il territorio è un racconto, le sue espressioni agricole, artigianali, folkloriche, culinarie…sono biodiversità naturale e culturale, sono pagine – voci – ineludibili per cogliere il genius loci, e praticarne una tutela valorizzante. Nella mia visione, infatti, la salvaguardia sagace delle risorse è ipso facto promozione, ed attrae attenzione e consenso. Ed i borghi come Sassello costituiscono un esempio, ma anche un contesto da cui veicolare compiutamente il messaggio di uno sviluppo economico che sia anche progresso (i 2 termini come noto non sono “sinonimi”…), di un futuro che faccia buon uso della memoria, di un turismo esperienziale di valore che rispetti luoghi e comunità.
Al lavoro!
Umberto Curti
umberto curti

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