29 mag 2022  | Pubblicato in Ligucibario

Transumare la biodiversità

transumare

Si è concluso “Transumare festival”, evento organizzato a Genova da Regione Liguria organicamente al progetto comunitario CambioVia ed in collaborazione con numerosi enti e organizzazioni, fra cui la Camera di Commercio di Genova col suo circuito “Liguria/Genova Gourmet”. Il periodo è stimolante, l’1 giugno si celebra la Giornata mondiale del latte, e il 5 giugno la Giornata mondiale dell’ambiente.

Il festival ha aggregato (in varie sedi) convegni, mostre, laboratori, spettacoli, stand…intorno anzitutto al tema della biodiversità territoriale, dei servizi ecosistemici, e delle comunità che sui territori abitano e ostinatamente operano, si pensi ai borghi della cosiddetta cucina bianca/malgara(1). Un valore da promuovere (e un’urgenza da tutelare) certo non estraneo a tutto quel che Ligucibario® in questi anni – di cambiamenti climatici ecc. – ha scritto, gridato, e agito.

“Wildlife stays, wildlife pays” è assioma che, a propria volta, ripaga.

Poiché tuttavia è ottimistico immaginare di ricondurre giovani e attività lavorative verso luoghi dai quali la gente è via via fuggita, occorre ripensare probabilmente da zero la parola “sviluppo”, che troppo spesso non è progresso ed anzi ne è l’antitesi. Occorrerà mirare i finanziamenti, affinché programmi e progetti non scadano ad astrattismo. E, mi sia consentito dirlo, occorrerà misurar bene i risultati (audit).

Penso, per lunga militanza nei luoghi e costanti conversazioni con le aziende, di poter affermare che i territori, per traguardare un avvenire, in Liguria e altrove chiedono fibra digitale, servizi, opportunità concrete, non celebrazioni retoriche, non musealizzazioni fini a se stesse (si leggano in proposito gli scritti mirabili di Annibale Salsa, di Paolo Cognetti, Paolo Rumiz…). La Liguria è orografia magnifica ma difficile, con prodotti d’eccellenza ma esigui quantitativamente, il turismo afferisce poco o solo a singhiozzo su certe aree (l’entroterra dialoga limitatamente con la costa), le microimprese a gestione famigliare stentano a tenere il passo di un’accelerazione globale ovvero brutale, l’accoglienza va ripensata in modo competitivo e sistemico presso tutti i soggetti della filiera: conoscenza delle lingue, web e social, capacità di storytelling… Viceversa, senza un marketing e management nitidi, nel giro di alcuni decenni ben poco resterà da “presidiare” e da “custodire”.

Al convegno del 26 maggio è intervenuta anche la nostra Luisa Puppo, che per CambioVia ha via via prodotto innumerevoli spunti e kit operativi, in particolare – menziono solo quello che mi è più caro – sul marketing dei prodotti locali.

Luisa Puppo ha ancora una volta focalizzato il tema – collaterale ma centrale – del turismo esperienziale, nelle sue connessioni sensoriali col food&crafts e col “buonessere” mediterraneo, come strumento irrinunciabile di valorizzazione dei territori (a breve sarà pubblicato online anche un video-tutorial…), perché un incoming di qualità – come noto – conferisce, anche in Liguria, risorse economiche, consenso, reputazione. Rende disponibile ricchezza da reinvestire. Il turismo esperienziale cui Luisa Puppo ed io sempre ci riferiamo (link qui) è quello che davvero desidera interagire con le comunità, immergersi nelle quotidianità locali, sperimentare, relazionarsi. Ed ecco che espressioni quali genius loci, cultivar autoctone, filiere brevi, artigianato, botteghe storiche, ricette della memoria…recuperano un ruolo immediato e significativo.

Impegni di lavoro ed eventi mi hanno condotto altrove, non ho il dono dell’ubiquità; se mi fosse stato possibile partecipare a “Transumare festival” avrei forse colto l’occasione per difendere a spada tratta un tagliere misto di formaggi e salumi, dato che dissento da chi imputerebbe ai salumi di “contaminare” i formaggi. Ed avrei forse indotto a cautela chi auspicasse una certificazione addirittura DOP per la prescinsêua, prodotto che personalmente adoro (saluto cordialmente Paolo Bellone e Mario Restano) ma che presumo lontano (come il brüsso, il sarazzö, ed altre caseificazioni della Liguria rurale…) rispetto all’obiettivo di una denominazione d’origine protetta…

Sia come sia, buon lavoro, Liguria.

(1) Cosio d’Arroscia, Mendatica, Montegrosso Pian Latte, Pornassio, Triora. Un’area imperiese inaspettatamente montana, dove degustare sugeli, minietti… La sezione “alfabeto del gusto” di Ligucibario® ovviamente dettaglia tutte le singole specialità

Umberto Curti

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