Le albicocche sono frutti ricchissimi di potassio e carotene, e contengono uno zucchero (il sorbitolo) che propone effetti lassativi. Si gustano ben maturate, e si usano per la confettura (in Liguria nei cobeletti!), oppure essiccate * , o poste sotto spirito. Occorre prestare attenzione ai duri noccioli, che contengono una mandorla, assai velenosi.
La pianta giunse in area mediterranea dalla Cina nordorientale – via Persia e Armenia – dall’età di Alessandro Magno e poi durante il Cristianesimo, ma, poiché ritenute a lungo tossiche, le albicocche conobbero un boom soprattutto durante il Medioevo e non prima, grazie agli arabi. Dal XVI secolo l’albicocco finì col diffondersi ovunque il clima temperato glielo consentisse.
Eccelse le produzioni campane (“percoche” sta per precoci, e il calco di praecoquus è in arabo al-burquq donde secondo alcuni albicocca**), ma il database ministeriale elenca oggi circa una mezza dozzina di varietà autoctone e/o tradizionali. Le albicocche entrano notoriamente anche in ricette quali lo struccolo e i canederli. E con la gelatina si “apricotta” (cioè si spennella per lucidare) la superficie di alcune torte.
In Liguria è l’albicocca di Quiliano (SV) la più celebre. Chiamata anche “di Valleggia”, si festeggia con una sagra a luglio. Frutto estivo, zuccherino, questa cultivar ligure, diffusa anche presso Giustenice (SV) e in altre aree della regione, venne selezionata ad inizio ‘900, palesandosi robusta e longeva. Si confeziona essiccata, candita, sciroppata…
Anche l’olio di albicocca sarebbe commestibile, ma si utilizza prevalentemente in profumeria e saponeria. In Liguria incontriamo anche l’albicocca di varietà “Michero”, non molto gustosa, diffusa ad es. a Genova-Voltri (zona Costa d’Erca…). Infine, i “miscimin”, in dialetto ma dall’arabo, sono le albicocche selvatiche (consuetamente “tigrate”, vedi già il botanico finalese Giorgio Gallesio), le collego soprattutto all’agricoltura d’Imperia
* si tratta sovente di import turco, o iraniano
** a tale etimologia di fatto s’intreccia arbor praecox, vedi anche gli scritti del ruralista Columella (I secolo d.C.)
Umberto Curti