29 mag 2020  | Pubblicato in Ligucibario

Pesce in carpione

u.curti, tempo mediterraneo. quel che resta di apicio in cucina

u.curti, tempo mediterraneo. quel che resta di apicio in cucina

Pesce in carpione

26 maggio, giornata intitolata al pesce in carpione.
In Liguria si usa l’espressione “scabeccio”, carpione è preparazione che dovrebbe riferirsi ai pesci d’acqua dolce (trote, tinche…). In Veneto, come noto, si dice saòr, nel Sud Italia scapece…
La parola deriva dal persiano sikbag = cibo (in)acid(it)o, transitando per lo spagnolo (e non dal veliero “sciabecco”!).
In scabeccio si fanno anzitutto pesci e pesciolini come le bughe, i cicciarelli, le alici, sgombri, triglie, anguille * … Un tempo, più d’oggi, anche polpi e moscardini. La ricetta – non riferibile direttamente ad Apicio** – prevede che i pesci vengano fritti e poi marinati in aceto e odori per lunghe conservazioni – v’è chi aggiunge uvetta, chi verdurine sminuzzate – . A Savona il baccalà viene passato in pastella, e vedi anche l’agrodolce nel ricettario di magro di Gaspare Dellepiane (1880). A Moneglia (GE), infine, il pesce non viene impanato ma infarinato (“antipasto di Moneglia”).
Si pongono splendidamente in scabeccio – specie a fine estate – anche alcune verdure, quali zucchine, zucche, melanzane… Un tempo, specie al Sud, era cibo di strada nelle feste paesane. Il mio consiglio migliore è, per una volta, di fare a meno del vino, di cui uccideresti l’intero dato gustativo
* il tonno carlofortino è viceversa fritto e sfumato con vino, oppure – a scabeccio – imbarattolato sott’olio (dopo la bollitura)
** gli dedicai un libro, se la “misteriosa” figura di questo gastronomo miliardario del I secolo d.C. ti intriga, guarda il video al link https://www.youtube.com/watch?v=7TTk5sEVuMM
Umberto Curti
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