Torta Pasqualina, cima (o cappon magro), agnello, colomba… sono questi anzitutto i classici in Liguria della festa ormai imminente, e che quest’anno riveste un significato ulteriore rispetto al solito (“Abbiamo ridotto i giorni di festa a giorni di tempo libero per poter consumare” ha osservato di recente sulla stampa lo storico Franco Cardini…).
Mi sono detto: scrivo qualcosa in materia. Ma sono già tanti e tali i contenuti di Ligucibario® riguardanti la Pasqua nelle sue tradizioni culinarie che, forse, è soluzione migliore e più diretta quella di linkarteli…
Inizia da questi 6 video, nei quali mi sono molto divertito – in via della Maddalena nel cuore dei carruggi – ad abbinare ai piatti, anziché il vino, alcune magnifiche birre artigianali…
https://www.ligucibario.com/menu-pasqua-genova-abbinamento-birre/
Torta Pasqualina (che non poté esser di carciofi), io la differenzio da quella di bietole arricchendo la farcia con preboggion. Nei calici un DOC Riviera ligure di ponente Pigato, 11°C in tulipani a stelo alto.
https://www.youtube.com/watch?v=1rKtIwWqfTs
https://www.youtube.com/watch?v=wGfnNH97Mds
Cima, v’è chi non attende l’indomani e la impana e frigge il giorno stesso della preparazione. Un po’ io dissento: probabilmente i nostri vecchi la friggevano i giorni successivi… Nei calici un DOC Riviera ligure di ponente Rossese, 16°C in tulipani a stelo medio.
https://www.youtube.com/watch?v=l2IYHLTxgjI
Agnello (o capretto), la ricetta al forno può prevedere tanto patate che carciofi, o piselli. Io suggerisco di marinare preliminarmente la carne per una trentina di minuti. Nei calici un DOC Ormeasco di Pornassio Superiore, 18°C in tulipani a stelo medio.
https://www.ligucibario.com/agnello-pasqua-tradizione/
Colomba, in Liguria è un rito più recente rispetto ad altrove (ma alcuni privilegiano la mitica Sacripantina). Forse non te ne ho mai dato la ricetta (ne esistono diverse), ecco qui sotto una versione “semplificata”, se vuoi cimentarti a casa, ovvero che fa a meno del lievito madre e del doppio impasto “alla piemontese”, indispensabili per una colomba tradizionale…
Per l’impasto: 180 g di farina di forza (350W) e stabile, 100 g di farina 0, 180 g di burro (il migliore è il Corman, ma abili pasticceri rimpiazzano in parte o in toto il burro con l’extravergine), 130 g di zucchero (alcuni utilizzano miele), 4 uova (fresche, non in brick), zest di limone grattugiato, 140 g di arancia candita (a dadini * ), 1 baccello di vaniglia fresca, 1 bustina di lievito per dolci.
Per la glassa: 100 g di farina di mandorle, 100 g di zucchero a velo (no fecola), 1 uovo, mandorle intere qb, zucchero in granella qb.
Lavora zucchero e uova ottenendo un composto omogeneo (meglio usare una planetaria o un’impastatrice). Incorpora una per volta le uova e continua sempre a sbattere. Unisci la farina, e il lievito ben setacciato così da non formar grumi. Poi il burro, morbidissimo e a piccoli pezzetti. Aggiungi vaniglia e zest di limone e mescola bene l’amalgama. Per ultimi i cubetti di canditi (a questo punto i pasticceri professionisti effettuano la cosiddetta “pirlatura”, che perfeziona l’impasto finale). Versa il tutto in uno stampo da colombe (le ali debbono essere i 2/5 del corpo) e cuoci in forno statico preriscaldato a 180 ° per tre quarti d’ora (ognuno si regoli in base al proprio forno, di solito all’inizio il forno è a 200°).
Intanto dédicati alla glassa, mixando gli ingredienti, la farina di mandorle, lo zucchero a velo, l’uovo. A 10 minuti dal termine della cottura estrai la colomba e – meglio con un sac à poche – spalmala in superficie, rifinendo con le mandorle intere e la granella di zucchero (v’è chi beninteso cuoce le mandorle sin dall’inizio). Termina la cottura. La colomba è pronta quando, infilzandola, uno stuzzicadenti resta asciutto. Se hai un termometro a sonda, il cuore dev’essere a 94°. Ricorda – prima di mangiarla – di posizionarla una decina di minuti vicino ad una fonte di calore. L’abbinamento enologico preferenziale è con un DOC Tigullio-Portofino Moscato, 8°C in coppe da Moscato.
Auguri e cincin!, amico lettore, anche da parte di Luisa Puppo, nell’auspicio che presto vada davvero tutto bene. E che questo tragico virus induca idonei ripensamenti anche circa i nostri “stili di vita”, il nostro modo di comunicare, e i nostri modi di far turismo e di alimentarci.
* chi prepara i canditi a casa, non faccia a meno del rifrattometro sino a 90° (si compra anche online), che misura i gradi Brix, ovvero la percentuale di zuccheri
Umberto Curti