Vini liguri DOC e IGT. Wine English in Liguria
Vini liguri DOC e IGT in cattedra. Luisa Puppo ha per il momento terminato le proprie docenze di inglese settoriale all’ITS Tecnico superiore responsabile delle produzioni e delle trasformazioni nel settore ortofrutticolo dell’Accademia Ligure Agroalimentare in svolgimento presso ELFO Albenga. E’ stato un piacere “affiancarla” anche nell’ultima lezione, allorquando sono stati proposti tutta una serie di contenuti, infografiche, video e directory relativamente al Wine English, all’interculturalità, alla percezione del prodotto locale sui mercati esteri. Queste figure in uscita dagli ITS risultano in qualche modo anche custodi e ambasciatori del made in Liguria, della biodiversità mediterranea, delle cultivar autoctone e dei prodotti a certificazione d’origine. Accorciare le filiere d’acquisto e rispettare le stagionalità dei prodotti appaiono in tal senso anche criteri importanti per garantirsi qualità in tavola, nutraceutici e dunque buonessere, lontani dalla chimica e dagli ogm. Viviamo infatti un antropocene nel quale le agromafie sono divenute sempre più aggressive e le contraffazioni sempre più subdole.
Vini liguri DOC e IGT. Una mappatura
Vini liguri DOC e IGT, conoscere per raccontare. Dopo lo storytelling sul pesto e il gustincontro dedicato all’extravergine DOP Riviera Ligure abbiamo stavolta “percorso” con Luisa Puppo le 8 DOC (e le 4 IGT) liguri, sottolineando ancora una volta l’importanza delle tracciabilità e dei protocolli disciplinari che sostanziano tali marchi di denominazione. Ecco via via la Riviera ligure di ponente, con Vermentino, Pigato, Moscatello di Taggia, Rossese (clone di Campochiesa) e Granaccia. Ecco il Dolceacqua. Ecco l’Ormeasco di Pornassio base e superiore, ma anche nelle vinificazioni sciac-trà (cerasuolo) e passito. Ecco la Val Polcevera, con straordinaria Bianchetta che viene anche spumantizzata. Ecco il Golfo del Tigullio-Portofino, con le particolarità del Ciliegiolo in purezza, dello Scimiscià recentemente riscoperto, del Moscato… Ecco le Colline di Levanto, coi profumi di una viticoltura che risale ad epoche addirittura preromane. Ecco le celebri Cinque Terre, col bianco che nell’uvaggio integra sapientemente i vitigni bosco, albarola e vermentino, e col mitico passito Sciacchetrà, che innamorava anche Eugenio Montale. Ecco infine la DOC Colli di Luni, con un’ampelografia poggiata su vermentino, albarola, trebbiano toscano e sangiovese, che un poco “sconfina” in Toscana…
Vini liguri DOC e IGT. Una degustazione
Ma per il cincin beneaugurante di fine lezione – che è valso anche a sintetizzare alcuni aspetti enologici e di degustazione, sia in italiano, sia in inglese – ho voluto privilegiare un IGP Riviera di Levante Rosso che molto apprezzo (sin dalla parola theia) e che, non a caso, sovente utilizzo nei corsi: si tratta del Ca’ Theia Humus, dal rapporto qualità/prezzo straordinario e che talvolta trovo anche sugli scaffali della GDO.
Bello a vedersi, naso importante, poi un po’ tannico e vinoso in bocca, regala anzitutto sentori floreali e di frutti di bosco (ribes…), che lo rendono ottimo partner di molti piatti liguri: ravioli, taggiaen a-o tocco, coniglio in umido (ancor più se cucinato con vino rosso), tomaxelle… Servito, naturalmente, a circa 17°C in tulipani a stelo medio.
Prosit!
Umberto Curti
Vini liguri DOC e IGT. I consigli di Umberto Curti (video)
Brief history of wine routes in the Mediterranean basin (Luisa Puppo)