8 nov 2021  | Pubblicato in Ligucibario

Liguria, clima, futuro 1

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Cambiamenti climatici e turismo: viaggiare e alimentarsi tra gli atti più “politici”. Ritmi lenti, borghi “via dalla pazza folla”, spostamenti meno inquinanti per un turismo virtuosamente  esperienziale.

Mentre i “grandi della terra” venivano immortalati nell’atto di lanciar monetine nella famosa fontana romana, per poi spostarsi verso Glasgow (400 in totale(1) i jet che hanno intasato quell’aeroporto…), a me che certo non amo il rap tornava alla mente un verso – neppur recentissimo – di Fabri Fibra, “di politica non sono un esperto ma dicono che l’Italia sarà presto un deserto”…

Intendo qui dire che mentre molti “decisori” cui toccherebbe pianificare il nostro futuro paiono in gran parte tuttora baloccarsi fra teorie arciteoriche e auspici di prammatica, il pianeta soffre di una malattia che sta palesemente diventando incurabile.

Liguria, cambiamenti climatici nei prossimi 40 anni

Al termine di una ricerca durata 3 anni (Fondazione Cima, Università di Genova e Arpal), una studiosa che monitora i fenomeni contestualizzandoli sulla Liguria ha inoltre apertamente accennato ad uno scioglimento dei ghiacci che innalzerà il livello dei mari, di fatto compromettendo quell’economia balneare che sulle spiagge oggi poggia.

Ad una siccità che morderà anzitutto il nostro ponente, con ovvie intuibili ripercussioni sull’agricoltura, ma interrotta da bombe d’acqua micidiali anche per effetto dei gas-serra.

Ad un progressivo rarefarsi delle nevicate, e dunque torna alla mente il celebre, antico, bellissimo detto agreste “sotto la neve pane”, a testimoniare come l’alternanza delle stagioni fosse provvida tanto quanto oggi diviene chimerica.

Considerando le fragilità idrogeologiche della Liguria, dove ricadono alcune delle aree coi più alti valori di intensità di precipitazione dell’Europa occidentale, e la cementificazione scellerata che, soprattutto in prossimità della costa, via via ha reso e rende “estremi” molti eventi, mi pare davvero che non vi sia più tempo da perdere. Ma Ligucibario® appartiene alle voci che – non da oggi – chiamano nel deserto, che rimpiangono Bauman… Non si tratta infatti di demonizzare il marketing né di tornare alle economie del baratto, ma di individuare un modello di sviluppo che sia reale progresso, e (last not least) di assoggettare le tecnologie senza più farci assoggettare da esse.

Clima, turismo, futuro: tutto si lega e si connette

Tout se tient, sentenziano non a torto i francesi sulle orme di de Saussure, tutto si lega s’intreccia si connette. Com’è dunque possibile ancora non cogliere le profonde interrelazioni fra molti dei mali che ci affliggono? Come sarà possibile ancora anteporre il profitto alla sopravvivenza?

Io mi occupo di turismo e di enogastronomia, discipline divenute – non a caso – sempre più socioantropologiche. Viaggiare, alimentarsi, effettivamente saranno (ma già lo sono) tra gli atti più “politici” che compieremo. A maggior ragione fuoriuscendo dal Covid, e sperabilmente da quella sentina di farneticazioni e di polemiche che purtroppo l’hanno accompagnato, e certo avvantaggiato.

Parole chiave: biodiversità, sostenibilità, filiere brevi, genius loci, buonessere.

Intendo qui dire che la riscoperta di ritmi più lenti, di borghi “via dalla pazza folla”, di spostamenti meno inquinanti sarà e dovrà esser la cifra di un turismo davvero virtuosamente esperienziale, all’insegna delle ritrovate relazioni umane, degli ambienti puliti, dei prodotti autentici, delle ricette genuine… Da tanto tempo i miei post, i miei libri, le mie lezioni, i miei appelli praticano una serie di keywords trasversali e definite: biodiversità, sostenibilità, filiere brevi, genius loci, buonessere.

Amico Lettore, se ti va di accrescere l’elenco sai che io so, e amo, ascoltarti…

Umberto Curti

(1) vedi ad esempio https://www.ilfattoquotidiano.it/2021/11/07/cop26-e-g20-sono-solo-una-farsa-abbiamo-idea-di-quanto-carbonio-hanno-prodotto/6377862/

umberto curti

One comment on “Liguria, clima, futuro

  1. Commenta Maurizia Spotorno nov 11, 2021 17:36

    Come sempre hai saputo cogliere benissimo il cancro del nostro secolo.I cosiddetti “grandi” della Terra hanno fatto la solita meschina figura. Questo è un problema che riguarda ciascuno di noi, inutile parlare di turismo se non si cercherà di compiere atti concreti per il futuro. La nostra Liguria si può prendere ad esempio di questo disastro. La cementificazione selvaggia ,che purtroppo sembra non aver fine,ci ha regalato queste continue frane . Oggi un’amica di Varazze mi raccontava dell’ennesima frana in Via Don Minzoni con decine di famiglie bloccate . E che dire della strada per Finale : sono decenni che periodicamente e sempre con maggior frequenza, deve essere interrotta : qualche lavoretto e pochi mesi saremo punto e a capo. Io mi chiedo come sia possibile che coloro che ci “governano” non si rendano conto che è ora di smettere di violentare la nostra terra. Vogliono far credere che così facendo creano lavoro ma è esattamente il contrario : l’economia della Liguria poggia sul turismo . Se continuano a distruggerlo la nostra materia prima cosa resterà? Sono così amareggiata ed arrabbiata: a sentire i “giornaloni” italiani sembra che questi incontri di Roma e Glasgow siano stati un successo mentre invece sono stati entrambi un vero flop . Lo squallore di tutto questo è ben rappresentato dal lancio delle monetine nella fontana di Trevi: un’immagine che ha suscitato in me vergogna come essere umano ..Mi fermo qui, per ora! Grazie Umbi !!! Bisogna parlarne anche se abbiamo di fronte persone per lo più irresponsabili . Avranno capito che siamo stufi del bla bla bla? Io non credo….
    Mi scuso se mi sono dilungata troppo !

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