6 mar 2015  | Pubblicato in Ligucibario

Incontrando Varese Ligure (dedicato ad Antonio Cesena) 1

Prodotti caseari di Varese Ligure

Prodotti caseari di Varese Ligure

Ad un passo dalla Riviera di levante e dalle Cinque Terre, a circa 350 m d’altitudine, Varese Ligure è l’epicentro della Val di Vara, la più ampia della Liguria, un’area verde di boschi, orti e pascoli che attraverso il Passo di Cento Croci conduce verso Parma.

Varese Ligure ha meritato nel tempo innumerevoli riconoscimenti, 1° Comune europeo con certificazione di qualità ambientale, bandiera arancione TCI, 1° distretto del biologico in Italia, membro dei “Borghi più belli d’Italia”, è stato inoltre definito da Legambiente “il Comune più ecologico d’Italia” per l’economia basata su produzioni alimentari bio e vanta la più alta percentuale per abitante di produzione di energia da fonti rinnovabili (vi sorge la più potente centrale elettrica eolica ligure, che genera una potenza di 6,5 gigawattora/anno).

Il turista, non a caso, oggi scopre un territorio, abbracciato per 60 km al bel torrente Vara, che consente continue scoperte storico-culturali e ambientali, e dal punto di vista gastronomico dona ortaggi, frutta, castagne, formaggi e yogurt, carni e insaccati, dolciumi, miele, anguille e trote, in stagione ottimi funghi…, davvero in Val di Vara tutto sembra proporre colori, profumi e sapori diversi, l’atmosfera si fa ad ogni passo più rurale ed intima.

Il centro storico, con l’incantevole Borgo Rotondo e il castello doppiamente turrito, edificato dove sorgeva un castrum e complementare a quello di Monte Tanano a presidio dei transiti, origina dal potere dei Fieschi, il casato genovese filo-guelfo e filo-francese in costante conflitto coi Doria (sino alla fallita congiura di Gianluigi, 1547). I Fieschi, ottenuto il potere feudale sul luogo dal 1161, eressero costruzioni sia come dimore patrizie sia come piazzaforti. Varese Ligure appariva infatti un’irrinunciabile tappa tanto per i mercanti quanto per i viandanti e i pellegrini: i mercanti, in particolare, valicando Cento Croci esportavano i loro beni – sale, olio, talora formaggi duri… – verso nord (Parma e Lombardia), riportandone in primis vino, o carne, e grano. Questo viavai consentì l’avvio attività a numerosi maniscalchi, bastai, ed osti.

L’ellissi dell’abitato centrale è cinta da una palazzata senza interruzioni, voluta dai Fieschi proprio per accogliere botteghe e magazzini di artigiani e venditori, sulle quali “vegliano” la solida chiesa barocca, intitolata a San Filippo Neri e a Santa Teresa D’Avila, nonché il castello. Ogni 1° maggio l’abitato “accoglie” la festa del Cantamaggio, il colorito rituale d’ascendenza pagana che “procaccia” stagioni felici. Oltre il Borgo Rotondo poi crebbe nei secoli anche l’abitato esterno, preziosa è soprattutto la breve escursione alla frazioncina di Grecino, in declivio lungo il torrente Crovana e connessa al centro da un magnifico ponte di pietra, del 1515, a campata unica…

Tuttora l’estensione del territorio di Varese Ligure è impressionante, ben 15 le frazioni, ma anche le più “disperse” e silenziose, quelle mai raggiunte dalle maggiori strade, furono un tempo toccate da numerosi cammini e mulattiere, che garantivano contatti vitali anche per pastori di greggi e cacciatori, e testimoniano la centralità socioeconomica della vallata.

Il territorio comunale ospita anche 3 siti d’interesse comunitario (SIC), di grande pregio geonaturalistico, ad esempio la faggeta che cinge Monte Zatta (1406 m), meta di trekking.

La Val di Vara è una vallata dalle abitazioni squadrate, sovente addossate una sull’altra come a ripararsi; qui e là i muretti a secco e le fasce terrazzate, strategie per rubare terra lavorabile ai dislivelli, ma dentro una geografia umana rispettosa della natura; ecco poi frantoi e mulini ad acqua, ed infine gli usberghi per gli animali e i famosi seccherecci in pietra, per quelle castagne di cui tuttora non si butta alcunché (poi macinate ricavandone un’ottima farina color cenerino).

Nella frazione Cassego, sull’antico tracciato verso Passo del Bocco, raggiungibile da sentieri in discesa dall’Alta Via AVML, un commovente Museo contadino espone documenti e oggetti dell’artigianato e dei più tradizionali mestieri valligiani (il falegname, il fabbro, il calzolaio, il tessitore…). Cassego conserva anche i resti di una fortificazione fliscana nota come “La Torricella”.

Il patrimonio faunistico annovera interessanti mammiferi, uccelli, rettili, anfibi, pesci.

Peraltro proprio l’isolamento (dovuto al “crescere” dell’Aurelia e alla ferrovia costiera, il quale via via provocava un triste abbandono della terra) costituì negli anni ’90 del secolo scorso il virtuoso pretesto per trasformare una minaccia in opportunità, e per legare il passato al presente e all’avvenire. Grazie agli habitat incontaminati e alle fiere tradizioni agricole e zootecniche, Varese Ligure infatti avviò quel percorso di qualificazione “green” e di produzioni bio che oggi pare quasi miracoloso, e fa di questa località uno spazio tanto amabile per i 2mila residenti (erano più di 8mila a fine ‘800) quanto imperdibile per i turisti, una meta che seduce i sensi, “via dalla pazza folla”, ma a soli 45 minuti d’auto dal mare.

E per chi qualche volta sa rinunciare all’auto, Varese Ligure è servita dai mezzi pubblici ATP verso Sestri Levante (corse circa ogni ora), e dai mezzi pubblici ATC verso La Spezia.

Umberto Curti

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