Cuculli (coccoli) è un fritto “arabeggiante”, forse il nome richiama i bozzoli del baco da seta, o meglio ancora un berretto a cappuccio…, sia come sia sono quenelle fritte di farina di ceci (o, poi, di patate lesse e schiacchiate), aggiungendo lievito di birra. L’impasto si frigge immergendo ogni volta il cucchiaio in abbondante olio caldo, a 175°, per depositarvi la frittella ben sgrumata.
A questo link hai come sempre la mia ricetta https://liguricettario.blogspot.com/2011/01/cuculli-frittelle-di-farina-di-ceci_14.html
Si mangiano asciugati poi nella cartapaglia, splendido finger food (un tema di cui mi sono occupato a lungo…), adorate da turisti e studenti. A ponente, accompagnano spesso l’agnello impanato, o al forno. Chiedono vini bianchi fermi (benché vi sia chi ovviamente abbina i frizzanti), serviti a 11-12 gradi in calici a stelo alto. Recita l’enigmatica filastrocca: “L’è a rionda di cuculli, che a mamà a l’ha rotto i tondi, a l’ha rotti reccamae, cinque sodi ghe son costae”.
Umberto Curti https://www.ligucibario.com/ligucibario-servizi/
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