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Zerarìa

Antico piatto/salume “arabeggiante”, con vitello e maiale (le parti “meno nobili”) più o meno in egual quantità, prevede pepe, alloro, foglie di limone su cui disporre la carne, zafferano per aromatizzare la gelatina. Il lesso, dopo circa 4 ore di ebollizione, viene disossato e raffreddato in stampi, affettato e ricoperto di gelatina. Presente a Oneglia, Ceriana ecc. ma soprattutto savonese (val Bormida), a Toirano è natalizio, ma si incontra anche nelle valli Bormida e Stura, sino ad Alpicella, frazione, sotto il monte Beigua, che sovrasta da vicino il mare di Varazze (“zeaia”, rituale per Sant’Antonio). Chiede sempre un vino rosso, ad es. Rossese, Ormeasco, Granaccia. Secondo Salvatore Piacenza, l’etimo sarebbe greco, ma non ho compreso donde tragga quest’ipotesi.
A questo link hai come sempre la mia ricetta http://liguricettario.blogspot.com/2010/11/zeraria_26.html
Umberto Curti
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