26 giu 2023  | Pubblicato in Ligucibario

ITS Imperia, in oleo veritas

its imperia olio

its imperia olio

Luisa Puppo ed io abbiamo terminato le docenze al corso ITS imperiese “Tecnico superiore responsabile delle produzioni e delle trasformazioni nella filiera olivicola-olearia”. L’ultima lezione, presso i begli spazi di Scuola Edile in via privata Gazzano, è stata anche l’occasione per ri-incontrare il direttore Francesco Castellaro, e bere un caffè insieme.

Traendo un bilancio, la doppia annualità dell’ITS è valsa da un lato a condividere alcune specifiche metodologie formative, tra cui concretissimamente i project work di gruppo, dall’altro a rappresentare via via tutti i “valori” che al mondo dell’extravergine oggi si legano, e che lo arricchiscono – si pensi a cosa sta già avvenendo in termini di oleoturismo – …

Il corso ha potuto contare su alcuni allievi davvero d’eccellenza, che intendono certamente operare – a vario titolo – in àmbito rurale, e che non a caso si sono subito procurati anche quel mio Glossario della sostenibilità e biodiversità che, come noto a chi navighi Ligucibario® e il blog di GenovaWorld, è ottenibile del tutto gratuitamente dal sito dell’editore savonese Sabatelli (link qui).

Che dire ancora, al momento dei saluti e degli “in bocca al lupo”?

Che quest’alimento nutraceutico chiamato extravergine, che ci regala gusto e salute, sempre più diverrà risorsa anche per il turismo ambientale e culturale. E’ infatti un bene grazie al quale l’Italia e la Liguria dialogano col mondo intero, là dove la dieta mediterranea e l’arte dei muretti a secco assurgono meritatamente a patrimonio Unesco, e ci indica un modello nutrizionale al tempo stesso millenario e attualissimo, per non dire proiettato in avanti. Da Ancel Keys a Valter Longo le buone letture in proposito non mancano.

L’antropocene è quest’epoca sciagurata in cui l’uomo, ritenendosi centro del Pianeta, persevera nel distruggerlo. Ma se “siamo quel che mangiamo” l’extravergine appartiene e apparterrà a quegli asset irrinunciabili (le cultivar autoctone, le qualità certificate all’origine, la scelta del buonessere…) che non solo “puliscono” la nostra tavola e dunque il nostro organismo, ma anche rinviano a sapienze e tradizioni, a paesaggi e comunità, ad un genius loci irripetibile altrove (e i “gastronauti” che visitano l’Italia e la Liguria lo sanno bene).

ITS, buon extravergine dunque!

Umberto Curti

umberto curti

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