Luisa Puppo ed io abbiamo terminato le docenze al corso ITS imperiese “Tecnico superiore responsabile delle produzioni e delle trasformazioni nella filiera olivicola-olearia”. L’ultima lezione, presso i begli spazi di Scuola Edile in via privata Gazzano, è stata anche l’occasione per ri-incontrare il direttore Francesco Castellaro, e bere un caffè insieme.
Traendo un bilancio, la doppia annualità dell’ITS è valsa da un lato a condividere alcune specifiche metodologie formative, tra cui concretissimamente i project work di gruppo, dall’altro a rappresentare via via tutti i “valori” che al mondo dell’extravergine oggi si legano, e che lo arricchiscono – si pensi a cosa sta già avvenendo in termini di oleoturismo – …
Il corso ha potuto contare su alcuni allievi davvero d’eccellenza, che intendono certamente operare – a vario titolo – in àmbito rurale, e che non a caso si sono subito procurati anche quel mio Glossario della sostenibilità e biodiversità che, come noto a chi navighi Ligucibario® e il blog di GenovaWorld, è ottenibile del tutto gratuitamente dal sito dell’editore savonese Sabatelli (link qui).
Che dire ancora, al momento dei saluti e degli “in bocca al lupo”?
Che quest’alimento nutraceutico chiamato extravergine, che ci regala gusto e salute, sempre più diverrà risorsa anche per il turismo ambientale e culturale. E’ infatti un bene grazie al quale l’Italia e la Liguria dialogano col mondo intero, là dove la dieta mediterranea e l’arte dei muretti a secco assurgono meritatamente a patrimonio Unesco, e ci indica un modello nutrizionale al tempo stesso millenario e attualissimo, per non dire proiettato in avanti. Da Ancel Keys a Valter Longo le buone letture in proposito non mancano.
L’antropocene è quest’epoca sciagurata in cui l’uomo, ritenendosi centro del Pianeta, persevera nel distruggerlo. Ma se “siamo quel che mangiamo” l’extravergine appartiene e apparterrà a quegli asset irrinunciabili (le cultivar autoctone, le qualità certificate all’origine, la scelta del buonessere…) che non solo “puliscono” la nostra tavola e dunque il nostro organismo, ma anche rinviano a sapienze e tradizioni, a paesaggi e comunità, ad un genius loci irripetibile altrove (e i “gastronauti” che visitano l’Italia e la Liguria lo sanno bene).
ITS, buon extravergine dunque!
Umberto Curti