Cogoleto, per molti…Cogobeach. Questo suggestivo borgo della Riviera di ponente, 8.500 anime e 3 km di spiagge dentro il territorio del Beigua (al “confine” fra Genovesato e Savonese), “spegne” quest’anno una candelina quantomeno millenaria, se in un documento del 1023 già si accenna a Codoledo.
Cogoleto: storia di un nome
Luogo di mele cotogne? Così sostenne l’insigne Giulia Petracco Siccardi, che conobbi ai tempi dell’Università. Il toponimo alternativamente parrebbe legarsi anche ad un latino-greco “coquere lithos”, poiché i fieri abitanti del luogo, spaccate e scalpellate le colline tutt’attorno, cuocevano pietre nelle numerose fornaci locali, onde ricavarne calce e profitti (quella calce, infatti, veniva usata per importanti palazzi del patriziato genovese ed anche trasferita in Corsica, e generava tutto un intuibile indotto…). Il primo documento in merito (di fatto un “mutuo”) risale al 1414, e la cittadina tuttora propone in pieno centro, non a caso, Vico alle cave. L’erudito genovese Agostino Giustiniani stesso, nel 1537, nomina la “villa di Cogoreto, qual fa venticinque foghi (famiglie) et vi sono gran numero di fornaci”.
A conferma di quelle “estrazioni”, terminate nel 1964, oggi è ancora visitabile la Fornace Bianchi, da qualche anno meritoriamente restaurata. Un vero archeomonumento, e un luogo vivo, unico nel suo genere non solo in Liguria, ma presumibilmente in tutta Italia, dove si “celebra” la fatica – e l’economia – di un tempo. Un amorevole libro, edito nel 2013 dall’editore All’insegna del giglio, può arricchire per i più curiosi l’esperienza di visita. Realizzata nel 1800, la fornace si incontra alle spalle della (centralissima) stazione ferroviaria, percorrendo Via Onofrio Scassi Superiore. Consiglio ovviamente, anche sul web, di verificare sempre giorni e orari di apertura.
Altre ipotesi toponomastiche, tuttavia, riferiscono di ciottoli (cogoli) da cui erano ricoperte le spiagge. Chissà, gli storici e i linguisti talora affrontano labirinti, ed il toponimo Cogoleto anticamente ricorse poi in non poche e varie forme.
Cogoleto: da Cristoforo Colombo a Natalino Otto
A Cogoleto si rivendicano con intensità anche i natali di Cristoforo Colombo. La casa natale del grande scopritore (che secondo altri studiosi era genovese) sarebbe quella presso l’antica contrada del caröggiö, attualmente via Rati numero 26, passeggiare per Cogoleto significa prima o poi imbattervisi. Al piano terra si sovrapponevano due piani, un terzo fu poi aggiunto, e il decoro che impreziosisce la facciata origina dal ‘600. La dimora dal ‘700 costituì via via meta di visite da parte di De Saussure, Dumas, ed altri intellettuali…
Nel 1912 a Cogoleto nacque anche Natalino Otto, celeberrimo e prolifico cantante-batterista (e produttore discografico), con cui s’affermò il genere swing. In gioventù lavorò come sarto, poi la sua voce risuonò su tanti transatlantici. Il grande successo gli arrise (perché il fascismo aveva osteggiato le mode straniere anche in campo musicale, sebbene Mussolini adorasse il jazz) soprattutto nel secondo dopoguerra, ma un infarto se lo portò via appena 56enne. Di lui però rimangono innumerevoli composizioni, che ne tramandano la memoria. I miei genitori con piacere ascoltavano a fine anni ’60 i suoi lp.
Cogoleto oggi: tra centro storico e frazioni collinari
Chi passi oggi per Cogoleto, o vi soggiorni d’estate, trova un bellissimo lungomare, che si prolunga sia verso Arenzano, a levante, che verso Varazze, a ponente, sulla sede ferroviaria dismessa nel 1975, fra scenari che strappano il cuore. In mare si pratica sovente il diving, anche per il tragico naufragio della petroliera Haven avvenuto nel 1991 in un tratto di mare fra Cogoleto e Arenzano, tale relitto – come noto – attrae immersioni, da effettuare con la dovuta prudenza.
Il centro storico è un affascinante budello, con tipiche casine, torri d’avvistamento, e piazzette che un tempo fungevano da “scali” per condurre in mare o tirare in secco le imbarcazioni (e il pescato). Tante le botteghe – macellerie, forni, pasticcerie – dove acquistare produzioni tipiche di qualità, dalla testa in cassetta alla focaccia “genovese”, dalle acciughe fitö faete alla torta sacripantina (pardon, la “Sacrilino”), dalla farinata a… Con Luisa sediamo sovente allo “Spinnaker”, dove Andrea e Filippo ci servono ottimi calici e soprattutto ci riservano sempre una premurosa accoglienza.
Le frazioni verso l’interno offrono paesaggi dolci e un verde che invoglia agli agriturismi e all’hiking. A Lerca, dove oggi si gioca a golf (e si coltiva basilico), il marchese e poeta Gian Carlo Di Negro soleva invitare grandi personaggi del Risorgimento. A Sciarborasca un antico edificio accoglie il commovente museo contadino, con molteplici oggetti ed attrezzi di una quotidianità economica che lassù era fortemente agricola e boschiva (castagneti…). Sulla collina di località Beuca, infine, sorge l’orto botanico di Villa Beuca che, con 34mila mq, ospita rare e pregiate piante della mediterraneità nonché specie – purtroppo – a rischio d’estinzione.
Ma Cogoleto, anzi…Cogobeach, è anche un ricordo di tanta mia giovinezza estiva. E se Ligucibario® è per gli amici lettori soprattutto una piattaforma enogastronomica, rievoco loro proustianamente la “savoiarda” di Erasmo, i “merellin” fritti dell’Albese lungo l’Aurelia, le “braghe” di Gustin e il pesce al forno coi funghi della Benita laggiù all’Arrestra, la “coppa cardinale” della gelateria Angela, dove ci disputavamo i dondoli dopo i films all’Arena estiva (o quando pioveva al Verdi)… Molto di quel mondo (non tutto) è inevitabilmente scomparso.
Dedico queste righe con un filo di saudade ai miei cari di allora, quasi li vedessi ancora abbronzarsi sulle sdraio dei bagni Marisa, e agli amici di cento avventure (alcuni rimasti anche nel presente), felice che una località a lungo “compromessa” da insediamenti industriali – i quali la deturpavano – sia oggi viceversa un gioiellino balneare, e residenziale. Io stesso vi trascorro alcuni weekend, ma invernali, quando la sento un po’ più silenziosa e un po’ più mia.
Scrisse Ezra Pound: “quel che davvero ami non ti verrà sottratto”. E in un tempo come questo, tanto materialista e cafone, le parole dei poeti sono sempre tra i migliori frammenti cui appigliarsi.
Altri 1000 di questi anni, Cogobeach.
Umberto,
musica per le mie orecchie le tue parole…
Un po’ commossa mi rivedo ai Marisa divertita, serena, a volte “trafitto” dalla tua ironia ( ti ricordi??).
Cogoleto è nel mio cuore.
Mai mi sarà sottratta.
Valeria
Un commento toccante, da un’amica cui mai difettò la profondità del sentire…
Umberto