12 set 2017  | Pubblicato in Ligucibario

Suggestioni di val Bormida e val Tanaro

calizzano

calizzano

Via dalle calure, via dalla pazza folla, verso monti e boschi a portata di mare, e in autunno paradiso di funghi. Via verso l’alta val Bormida.
Calizzano, la magica e ombrosa passeggiata lungo il Rio Nero, poi la buona pizza e le birre di Baladin (servite nei teku) alla pizzeria “Odissea”, e infine un sonno ristoratore presso l’agriturismo “La brinetta”, casa delle fate. Il valico del Melogno, tra faggi a perdita d’occhio, poi lo splendido tracciato fra la Madonna della Neve e il vivaio forestale di Pian dei Corsi, infine la cena (fettuccine, minestrone, salsiccia…) alla “Osteria del cantoniere”, 1.000 m con vista riviera. Ancora il Melogno, le quiete pinete verso Maremola e Pora, presso le miniere d’argento di Bric Gettina, e a sera i gelati di Pinotto (castagne, pinoli…) o del K2 (dieci e lode al gusto “carapino”). Bardineto, il Giogo di Toirano per innestarsi verso est oppure ovest sull’Alta Via dei Monti Liguri, poi gli eleganti aperitivi nel parco del “Café Picaia” e gli hamburger di un “Azzeccagarbugli” (Andrea) che qui azzecca anche impasti e carni. Ancora Bardineto, la “salita” al rifugio escursionistico “Le collette”, l’accoglienza e la cucina di Irene, per un pranzo o una semplice merenda. Osiglia, il lago inaspettato e maestoso, e dopo gli sport acquatici i taglieri di formaggi e salumi, e la pasta fresca, della linda trattoria “C’era una volta”. Poco lontano, il fascino di Millesimo, non a caso uno dei borghi più belli d’Italia, e proprio sotto i portici centrali il ristorante “Panta rei”, eraclitea sosta di garbo. Il Colle del Quazzo, per una lunga e pianeggiante “traversata” fino al Colle di San Bernardo di Garessio, e al ritorno le ricette territoriali, ma più che creative, di “Passaggio a Nord Ovest”. Quanto al passaggio in val Tanaro, ecco Garessio, lo splendido borgo vecchio, e l’escursione panoramica dal Colle di San Bernardo sino a Scràvaion, per concludere con un ottimo angus irlandese alla pizzeria “Il farinello”. Ma Garessio anche sù sù verso la Colla di Casotto (la baita dei pastori…), crocevia a quasi 1.400 m di trekkers e buongustai, che fanno tappa al “Gallo di monte” per l’ospitalità e i menu di Paola, e infine scendono a Valcasotto per visitare la reggia sabauda e comprare le deliziose tome di Beppino Occelli. Ormea, città di montagna che più piemontese non si potrebbe, il centro storico e la spettacolare pista ciclabile verso Cantarana ed oltre, ma senza rinunciare agli spuntini affascinanti de “Il saraceno” oppure i tajarin e le grigliate de “La via del sale”, vicino alla stazione ferroviaria (Deogratias salvata a fini turistici) e al capolinea dei pullman sostitutivi Ceva-Ormea.
Umberto Curti

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