In occasione del “maggio dei libri”, su invito della dottoressa Elena Ghigliani, funzionaria presso la Civica Biblioteca A. Saffi di Genova-Molassana (val Bisagno), con Luisa Puppo abbiamo girato il video “Liguria, matrimoni d’amore in cucina”. Un virtuoso pretesto, partendo dal 700mo anniversario della morte di Dante Alighieri (che in Liguria ripetutamente transitò o dimorò), per “esplorare” un capolavoro quale La cuoca di Bernardo Strozzi, e giunger poi al primo “documento” gastronomico genovese di una certa importanza, ovvero La cuciniera compilata nel 1863 da Giobatta Ratto, divenuta ben presto un bestseller. Da lì, il racconto diacronico si è soffermato su alcuni momenti socioeconomici che caratterizzarono la Superba di fine ‘800 (le serre di basilico, l’Expo colombiana, l’inaugurazione del Mercato Orientale…), prolungandosi poi verso il boom economico del secondo dopoguerra, l’epoca d’oro di Mario Soldati, Paolo Monelli, Gino Veronelli…, ovvero coloro ai quali dobbiamo in qualche modo la nascita della letteratura enogastronomica come oggi la pratichiamo e l’apprezziamo… E l’epoca di Nino Bergese (a Genova), Ferrer Manuelli (riviera di ponente), Angelo Paracucchi (Ameglia)…
Ma forse mai come nel tempo presente (che ci ha imposto perfino una lunga pandemia) è importante sottolineare quanto l’amore sia anche sapienza e viceversa, e quanto questo amore possa – inteso come cura e dedizione – migliorare anche il modo quotidiano di alimentarci. Cibo e vino, cibo ed olio… “Siamo quel che mangiamo”, si dice, e la mediterraneità lo svela regalando longevità a chi abiti le sponde di quel mare e prediliga pesce e verdure. Mai come nel tempo presente – mi si conceda la ripetizione – è dunque indispensabile conoscere a fondo quel che si acquista, privilegiare le cultivar autoctone, le filiere brevi, scegliere qualità, garantirsi buonessere, tutelare il territorio (il pianeta), dato che non costituisce un possesso, bensì un usufrutto, e ci impegna verso le generazioni a venire.
Umberto Curti