9 nov 2020  | Pubblicato in Ligucibario

I “vecchi” sono sempre indispensabili 1

varazze, le spiagge della mia infanzia

varazze, le spiagge della mia infanzia

Quando nei giorni scorsi ho letto (chiunque l’abbia scritto e con qualunque significato) che gli anziani non sarebbero indispensabili allo sforzo produttivo del Paese, lo stupore è cresciuto di pari passo col malessere.
Nel frattempo, e per fortuna, apprendo dell’uscita di un libro (autore Enrico Colombi) dal titolo “Un vecchio che muore è una biblioteca che brucia”. Quanto sopra, ecco, fa già comprendere come io la pensi e dove io mi collochi.
Sarebbe forse il caso, inoltre e in altri àmbiti, che la smettessimo di ragionare sui nostri “vecchi” solo in termini di consumatori, più o meno sensibili a certi messaggi pubblicitari, e/o come a turisti silver, più o meno idonei a certe proposte di viaggio, e/o come pazienti, più o meno costretti a certi farmaci…
Questo non è neppur più marketing, ma una delle sue più discutibili derive…, secondo la quale in nome del profitto noi esistiamo – sempre e solo – in quanto acquirenti di qualcosa, e tutto può e deve esser commercializzato e venduto, individui compresi (e dunque presto o tardi toccherà a ciascuno di noi). Forse Adorno, Pasolini e Bauman peccarono di ottimismo?…
Un vecchio che muore – di Covid o d’altro – è veramente una biblioteca che brucia, un patrimonio di ricordi, emozioni, conoscenze, affetti che non sarà più possibile ripristinare. Un vecchio che muore è tutt’un mondo che dilegua, i paesaggi di ieri, i riti dell’infanzia, la scuola, il lavoro, le domeniche, gli amori e i lutti, colori suoni odori che, di fatto, nessuna fotografia potrà restituire.
Penso ai luoghi delle loro giovinezze, alle case, i cibi di cui si nutrirono, i mille sacrifici, qualche viaggio, i giorni delle loro nozze, gli elettrodomestici del tempo, la prima auto che guidarono, la nascita di un figlio… I vecchi sono sempre persone, sono sempre indispensabili, infatti vi sono culture sociali antiche che tributarono loro la massima considerazione.
Ho in mente un’iniziativa (e perciò chiedo già il tuo aiuto, amico lettore), che mi piacerebbe intitolare “La biblioteca d’argento”: vorrei cioè proporre ai nostri “vecchi” oltre i 70 di scrivere qualcosa, che abbia relazione col mondo in cui vissero, affinché se ne conservi memoria. Vorrei raccogliere le loro “voci”, dentro quei brevi testi, a formare una sorta di complessiva narrazione, e – senza alcun fine di “graduatoria” – mi piacerebbe selezionarne poi tre, per averle mie ospiti, quelle voci over 70 e quelle persone, a cena da qualche parte (quando si potrà), se vorranno allietarmi della loro presenza e conoscere anche mia moglie, Luisa.
Infine, progettare una divulgazione, nel caso anche valutando (se tale spesa sarà sostenibile…)  la pubblicazione di un volume cartaceo “collettivo”, e/o di un ebook, previa liberatoria autorizzativa degli Autori; volume che penso rimarrebbe come segno importante di un passato il quale – anche a beneficio delle nuove generazioni, cui imputiamo un’insensibilità talora non reale – va protetto dall’oblio.

I testi, lunghezza non oltre le 6mila battute spazi inclusi, formato word, vanno inviati entro il 31/01/2021 come sempre a info@ligucibario.com completati solo da titolo, uno pseudonimo dell’autore, e l’età in anni. Indicando nell’oggetto della mail “La biblioteca d’argento”.

Penso sia chiaro (specialmente a chi mi conosca umanamente e professionalmente) ma lo ribadisco: il mio progetto non ha alcun fine di lucro.
Mi darai una mano? Passerai parola? E’ una domanda che già rivolgo anche a tutti i soci di “Genova World”, e agli amici, liguri e non, Marco Benvenuto, Stefano Torre, Silvia Bottaro, Gianni Bruzzone, Alessandro Giacobbe, Alessandro Castiglioni, Antonella Riccardi, Roberta e Roberto Pesce, Daniela Guandalini, Federico Alberto, Daniela Minetti, Ilaria Caisson, Luisa Fiocchetti, Dario Sabatelli, Paola Travo, Paolo Casazza, Paolo Pagano, Raffaele Corrado, Valeria Pruzzi, Emanuela Baccino, Luca Bartesaghi, Veronica Littardi, Mario Muda, Bruno Sacella.
Conto su di te.
Umberto Curti

umberto curti

 

One comment on “I “vecchi” sono sempre indispensabili

  1. Commenta Bruno Sacella nov 18, 2020 14:57

    Bellissima iniziativa, dott. Curti. Condivido pienamente il suo pensiero e la sua iniziativa. Io ho scritto su parecchi giornali locali, sulla pagina fb. del Museo marinaro, tante prefazioni.
    Vedrò di trovare un argomento interessante, che mi riguardi da vicino e inviarglielo.
    La prego porgere cordiali saluti a sua moglie e grazie per il gradito ricordo.
    Buona salute.
    Bruno Sacella.

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