5 mar 2024  | Pubblicato in Ligucibario

Gusto di GAE alla F.Ire di Genova

il lago di osiglia (sv)

il lago di osiglia (sv)

Proseguono le mie docenze alla 4^ edizione del corso per Guida ambientale escursionistica, presso l’ente formativo F.Ire di Genova. Corso propedeutico all’esame di qualifica che abilita alla professione sul territorio regionale. Lavoro con un gruppo formativamente piacevole, che sta effettuando come da programma anche alcune uscite sul territorio, qualche giorno fa è “andato in scena” il bellissimo percorso cosiddetto del pellegrino, tra Varigotti e Noli, alto sul mare, ad un passo da quella Finalborgo che fu capitale del Marchesato dei Del Carretto… Mausolei di “australiani”, torri di streghe, grotte di “falsari”…

Da parte mia, sto “completando” (e, ebbene in aula, con taglio più che operativo…) l’esplorazione delle centomila risorse che attorniano l’Alta via dei monti liguri, e che ne compongono il genius loci. Trekking e hiking in Italia – non solo in Liguria… – divengono ormai più che esperienziali, e la camminata si arricchisce di spunti culturali, assaggi in caseifici, incontri con viticultori, visite a laboratori artigiani… Scriveva Italo Calvino, con accenti che sarebbero piaciuti a Bernard de Clairvaux, che “dietro ogni formaggio c’è un pascolo d’un diverso verde sotto un diverso cielo”.

Nelle ultime 3 lezioni ho dunque previsto alcuni doverosi input di enogastronomia, e contestualizzato l’olio extravergine, il pesto, e le 8 DOC vinicole. Ciò è valso anche ad allargare la visuale verso alcuni entroterra (i borghi dell’Imperiese, Dolceacqua per il Rossese, Pornassio per l’Ormeasco, parte della Val Polcevera…), e a condividere coi corsisti un momento di autentico storytelling. Ben poco, infatti, rivela la cultura delle comunità più della loro storia alimentare: un popolo è anzitutto quel che diacronicamente ha pescato, cacciato, allevato, coltivato, prodotto, scambiato…

Queste “nuove” Guide ambientali escursionistiche le quali si affacceranno a breve sul mercato del lavoro, certamente chiamate ad un’ottica di squadra e di networking, saranno in tal senso sempre più “tessitori di reti”, custodi dei patrimoni da promuovere, poiché non può esservi valorizzazione senza adeguata tutela. Saranno sempre più ambasciatori di Liguria anche in senso antropologico, poiché non vi è comunicazione efficace senza una profonda partecipazione a quel che si narra: la Liguria coi suoi muretti a secco (non a caso patrimonio UNESCO), con le sue verticalità mediterranee, con le sue ruralità millenarie fatte di castagni, uliveti, malghe, transumanze…, è un libro aperto, che consente molteplici letture e dove recuperare i migliori significati ai territori.

Umberto Curti
umberto curti

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