2 ott 2019  | Pubblicato in Ligucibario

Con Daniela, 3 calici per 3 classici di Liguria

focaccia di recco col formaggio

focaccia di recco col formaggio

Ben ritrovati amici lettori, da un po’ non avevate mie notizie. Quest’oggi, in attesa dell’imminente stagione autunnale, prima di proporvi qualche rosso “robusto e corposo” (preparate la legna per il caminetto…), berremo un’immancabile bollicina, seguita da un bianco di carattere, e a concludere un passito che definirei interessante.
Quest’estate, ahimè, non sono riuscita a fare il mio solito tour in Liguria e debbo dire che mi è mancata davvero tanto la sua focaccia. Per questo vorrei abbinare al mio primo calice di Oltrepò Pavese Metodo Classico DOCG una bella teglia di focaccia ligure (bassa, morbida e fragrante, ancora tiepida e “unta” al punto giusto) e, se percorro il golfo Paradiso, di focaccia di Recco col formaggio (quella che gocciola mentre addenti il boccone e che ammiri nella foto), con l’aggiunta di un cestino con qualche sfiziosa oliva taggiasca. Un aperitivo semplice ma delizioso, adatto ad ogni stagione, da gustare con la bollicina pinot nero 100%, che mi sento di consigliare con affinamento di qualche anno sui lieviti (io ne ho bevuta una versione brut nature, annata 2013!), al fine di assaporarne appieno, oltre ai caratteristici, delicati piccoli frutti rossi di bosco, i suoi profumi e sapori di crosta di pane croccante e di lievito, servita ad una temperatura di 6/8° max.
Se nel frattempo non vi siete troppo “pasciuti” di focacce e spumante, proseguirei con un altro bianco, lombardo come me, un Oltrepò Pavese DOC, da uve 100% riesling renano, riserva 2016, da servire a 10/12°. Floreale, fruttato (si sentono tanto la pera e la pesca) con leggere note balsamiche, minerale, ha gradevolissimi sentori di idrocarburi, al naso e in bocca apre un bouquet di profumi e sapori, vino molto equilibrato. Proviamolo con un classico della cucina ligure, un bel piatto di trenette col pesto (il basilico si trova ancora freschissimo) con patate e fagiolini, ben si sposa la fresca e mediterranea persistenza del piatto a quella del bicchiere.
E, per degnamente concludere, come farci mancare qualche buon canestrello e canestrelletto (biscotto di pasta frolla delicata) così tipico anche degli entroterra ligure oppure, per chi preferisse sapori più decisi, una fettina “generosa” di Gorgonzola DOP stagionato (lombardo! ebbene si, caro Umberto… (1)) da assaporare con un passito Salento IGT, da uve moscatello selvatico 100% (vitigno autoctono di Puglia, appartenente alla famiglia dei moscati), servito abbastanza fresco a 12/13° nel piccolo tulipano. Nel bicchiere un bellissimo dorato, al naso frutta matura fresca e candita, in bocca morbido e caldo ma al tempo stesso freschissimo.
Fate “buon viaggio” amici lettori, e per il prossimo appuntamento procuratevi, se non lo avete già, un bel calice (sempre a stelo lungo) ma un poco più grande e panciuto. Prima o poi riavrete mie notizie!
Daniela Guandalini
(1) adoro quel che scrive la nostra sommelière, tuttavia il Gorgonzola DOP è anche piemontese, e v’è qualche splendido “bleu” anche in Liguria, io ne conosco uno d’elezione presso quelle valli del latte che seguono lo Stura fra Liguria e Piemonte… Umberto Curti

 

 

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