23 apr 2024  | Pubblicato in Ligucibario

Balestrino in cattedra

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Nell’àmbito delle mie docenze sull’offerta turistica ligure nel corso per disoccupati “Front desk agent” (Endofap Liguria), ho inteso coinvolgere alcune interessanti professionalità per far ascoltare all’aula – come si suol dire – ulteriori voci oltre la mia…
I giorni scorsi è dunque salita sul proscenio, attraverso le conoscenze e passioni di una sua abitante e studiosa, Balestrino, piccolo borgo nell’immediato entroterra della Riviera di ponente.
Di questa località, che conosco bene poiché da 20 anni frequento Calizzano (e l’Alta Via dei Monti Liguri…), ho già tratteggiato un profilo a questo link. Quando posso, inoltre, mi fermo a cena in un ristorante lungo la provinciale che ha terrazza con vista sul castello carrettesco, buoni piatti, e cortesia d’altri tempi.
La Liguria che è andata spopolandosi (in Liguria il 90% delle attività economiche gravita sul 10% del territorio ovvero la costa…), dentro quel drammatico fenomeno made in Italy che è stato definito anche “esodo dagli Appennini”, salvo eccezioni è pian piano divenuta – quanto mai immeritatamente – luogo marginale, “periferico”, con comunità ed economie “local” sempre più a rischio.
smartEppure, e mi piace affermarlo forte e chiaro, non si conosce compiutamente la Liguria se la si percorre solo lungo le pur magnifiche litoranee.
Gli entroterra, nella mia visione (ma non sono solo), sono soggetto tutt’altro che residuale, un soggetto cui non si deve connettere un destino di senilizzazione e di fughe dei giovani.
Le strade di collegamento, le tecnologie, la difesa della natura, i servizi, e qualche opportunità reale di lavoro e di gratificazione sono il kit irrinunciabile per trattenere in questi borghi le persone, e per attrarne di nuove. Specie di questi tempi, i quali purtroppo producono urbanizzazioni sempre più invivibili…
E in effetti in aula è via via affiorata una Balestrino da scoprire e vivere non in forme musealizzate e retoriche, una Balestrino dall’identità nitida e mediterranea (paesaggi, uliveti, ortaggi, sagacia e salubrità a tavola), che sa tuttora incernierare l’antico abitato alla biodiversità circostante. Fra chiese, camminamenti dove il tempo pare essersi fermato, antiche scuderie che raccontano dinastie feudali.
Una Balestrino lontana dai turismi di massa e da quelli che – se ricordo bene – il grande poeta Giorgio Caproni (un livornese sedotto da Genova e dall’appartata val Trebbia) chiamava “insensati clamori”.
Se non la conoscete è dunque tempo di visitarla!
Umberto Curti
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