Chiunque un poco mi conosca, o mi legga, sa l’amore che nutro per la Liguria di ponente (quando nacqui, la mia famiglia gestiva un frequentato albergo a Varazze, proprio lungo l’Aurelia, e Luisa sospetta che un cordone ombelicale ancora mi avvinca a quei luoghi, dove un giorno chissà tornerò a vivere…).
Lo stress del lavoro, il rumore della vita cittadina, e d’estate la calura mi spingono sovente verso gli entroterra, di cui amo le faggete, i silenzi, la dimensione più appartata, gli odori puliti, risorse che hanno fatto di me un buon camminatore dall’Alta Via sino alla Val Tanaro…
Mi affascina Sassello, su Ligucibario le ho già dedicato un pezzo affettuoso (link), a suo tempo molto letto e condiviso. Vi giungo – più che dalla Valle Stura – dalle Albisole, cui mi legano l’interesse per la ceramica (Mazzotti e Pozzo Garitta rimangono un’esperienza mistica) e qualche volta – ma nei giorni feriali di settembre… – le cene pieds dans l’eau ai “Soleluna” dell’amico Alessandro, azienda che quest’anno compie 20 anni come la mia.
Da Sassello salgo nella foresta della Deiva, oppure mi sposto verso le magie di Piampaludo, del monte Avzé, di Pratorotondo col suo ospitale rifugio, che a volte combatte la nebbia con fumanti polente…
Sassello, anche grazie al magnifico punto accoglienza di Palazzo Gervino (proprio all’imbocco del centro storico), è uno dei cuori del Parco del Beigua, meta di villeggianti, turismo outdoor, buongustai e scolaresche. E mia. Il Beigua è in Liguria il parco più esteso per ettari di superficie, e raggruppa Comuni sia costieri che interni, Arenzano, Campo Ligure, Cogoleto, Genova, Masone, Rossiglione, Tiglieto, Sassello (il primo in Italia insignito nel 1999 della bandiera arancione Touring), Stella, Varazze. In tal senso, l’alto spartiacque appenninico si affaccia sul mare unendo in modo affascinante due realtà ambientali e culturali assai diverse, e ricche.
Sassello, ma potrei pronunciarmi analogamente per altre località limitrofe, consente (non v’è da stupirsene) molteplici soste golose, secondo gusti e budget sono botteghe trattorie ristoranti agriturismi. Mi piace qui immaginare – tra il virtuale e il reale – un menu tutto costruito sui prodotti più tradizionali di quelle terre, che ovviamente “raccontano” anzitutto arte bianca, ruralità, salumifici e caseifici, pasticceria secca, frutti del bosco.
Perché dunque non iniziare con un (piccolo) tagliere di salumi e formaggi, quest’ultimi abbinati a miele locale? A Sassello officiano riti solenni in termini di paté di lardo, salame crudo e cotto, testa in cassetta, prosciutto. Le formaggette provengono dalla Valle Stura, o da Stella. E nel cesto del pane mi auguro trionfi un assaggio di tirotto di Sassello e di revzora di Campo Ligure.
Come primo piatto suggerirei trofiette di castagne, condite con un pesto “grossolano”, di personalità, dove il pecorino (e l’aglio) confermi il proprio ruolo. E chi amasse un’aggiunta di cagliata, nel Savonese può recuperare fresco zuncò, ovino, o misto (la giuncata, così detta poiché la reticella per scolarla era di giunco marittimo, pianta spontanea * ).
Nuovamente poi mi perdoneranno i vegetariani ma il secondo potrebbe configurarsi come un roastbeef di filiera breve (Giusvalla…), “condito” da olio aromatizzato ai porcini di Sassello, oppure – in stagione – un tegame di patate e funghi, quello che nelle mani di un capace chef o di una esperta casalinga creerà pericolose forme di dipendenza nei commensali.
Granfinale, last not least (e stomaco permettendo), garantito dalla pasticceria secca, gli amaretti di Sassello, i crumiri di Masone, i baci di Sambuco, ed altri ancora, fra cui i canestrelli, tutti perfetti con un tulipanino di passito a bacca bianca.
Qualora le portate lo consentano, l’abbinamento enologico potrà in realtà spingersi anche verso il bellissimo pianeta delle birre artigianali, a Sassello conosco infatti 2 birrifici che “rivaleggiano” verso l’alto; Luisa – confermando come sempre i nostri derby famigliari – talvolta privilegia i capolavori di “Elissor” (Winja n. 25…), io “Altavia” (Monte Rama abita sovente il mio teku, specie con carni importanti e con erborinati).
Che resta da dire? Buon Beigua, amico Lettore che cerchi paesaggi nitidi, e raccontami i tuoi food tour, gli indirizzi giusti non bastano mai…
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Umberto Curti
6 ott 2020 | Pubblicato in Ligucibario
Pranzo al Beigua
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