4 apr 2024  | Pubblicato in Ligucibario

Ventimiglia, mood di Liguria

il vivacissimo mercato coperto di ventimiglia

il vivacissimo mercato coperto di ventimiglia

Pasqua, due giorni con Luisa da “investire” via dal lavoro, in quel tour d’Italia che ci piace, sempre in cerca di luoghi davvero suggestivi e davvero non affollati. E questa volta sarà Ventimiglia.

Ventimiglia, esplorare il genius loci

Come mai Ventimiglia?, mi chiedono.

Albintimilium – di cui oggi ammiriamo resti del teatro e delle terme – è stata uno dei temi importanti dentro quel “Il cibo in Liguria dalla preistoria all’età romana” che tanto mi piacque scrivere nel 2012… Manco da tanto.

Vi giungiamo intorno alle 11.00 con un Intercity, la stazione è molto centrale, e così l’hotel (funzionale, con notevole colazione) che ci ospiterà per due notti.

Iniziamo subito le passeggiate, per respirare il mood della città, anzi meglio il genius loci.

La chiesa di Sant’Agostino ha bellissimo chiostro, ed è “consustanziale” ad una sezione di quella Biblioteca Aprosiana che ritroveremo, magnifica, a Ventimiglia Alta.

Proseguiamo al mercato coperto, dove l’italiano e il francese si mescolano davanti a banchi di frutta e verdura scintillanti, e a gastronomie dove scoprire le tipicità locali, fra cui her majesty la torta verde, ma anche farinata/socca, olio taggiasco…

Poco lontano sorge lo IAT, ben fornito, dove chiediamo alcune informazioni circa la visita dell’indomani ai Giardini Hanbury.

Ventimiglia Alta, un borgo “nella” città

Fuori dallo IAT la vista spazia sul Roja un po’  gonfio d’acque e soprattutto su Ventimiglia Alta, dove saliamo nel pomeriggio.

Che meraviglia per due collezionisti di piazze come Luisa e me! Ci godiamo senza fretta anzitutto l’austera, splendida cattedrale dell’Assunta, il battistero affrescato, e il secentesco (ex) convento delle Canonichesse lateranensi (religiose di voti solenni dedite alla vita contemplativa) che sulla scalinata esterna ha trompe-l’oeil di rara efficacia…

la cattedrale dell'assunta a ventimiglia alta

la cattedrale dell’assunta a ventimiglia alta

Proseguiamo verso la Biblioteca Aprosiana, un gioiello che mi rievoca uno dei miei “maestri”, Francesco Biamonti, e dove conosciamo Silvia, giovane laureata, che ci guida con sorriso radioso in una visita alla scoperta di incunaboli e altre meraviglie del passato (le diamo appuntamento a Genova, talvolta gli incontri casuali sono i più gratificanti).

Altri carruggi (gli “scuri”), il passeggio Colla e un labirintico dedalo di casette e penombre, dove un gatto rosso ci taglia pigramente la strada, approdano poi alla chiesa di San Michele, in posizione scenografica, dove scatto molte foto (presumo lo facciano in tanti).

Ridiscesi lungo il percorso d’andata entriamo infine nell’Oratorio di San Secondo, detto dei Neri, barocco e affrescato, che sapevo restaurato e che ospita un altare maggiore in marmo bianco e marmo nero che lascia senza fiato.

Ci imbattiamo anche in una bottega tipica, di antichi sapori dolci e salati, che sembra l’esempio perfetto della filosofia di Ligucibario®: castagnole, torta de Luré, barbagiuai, pisciadela, benardu, olio extravergine, olive taggiasche, conserve, miele… Complimenti!

Un po’ stanchi, ora è il momento agognato dell’apericena, in pratica davanti alla Loggia del Parlamento, dove con cordialità ci servono – abbinate al calice di vino – due porzioni di una torta verde perfetta. Chi non la conosce (è una gattafura salata, con verdure e riso) sappia che crea dipendenza…

la biblioteca aprosiana a ventimiglia alta
la biblioteca aprosiana a ventimiglia alta

I Giardini Hanbury, un’oasi di benessere

All’indomani, un autobus della linea 1 ci conduce puntuale, percorrendo la corniche che traversa Latte, ai Giardini Hanbury, località La Mortola, quasi confine di Stato.

Questo vasto parco botanico attorno alla villa, che “associo” anche al grande scrittore-acciugaio Nico Orengo, è un’oasi di benessere per la quale mi riesce difficile trovare parole adeguate. Occorre camminarla, viverla, esserci, odorarla.

Arrivano via via in pullman gruppi numerosi, ma Luisa ed io riusciamo a sperimentare tutto l’itinerario senza caos, ed in relativo silenzio, ammirando piante di ogni tipo e angoli inaspettati (a metà dell’anello, lodevolmente s’incontra – in pratica sul mare – anche un punto-ristoro, con toilettes. Preparano panini e insalate).

Mi vien da pensare ai fratelli Thomas e Daniel Hanbury, che dal 1867 investirono enormi risorse e iniziarono a dar vita a questo progetto, acclimatando specie di cui ora si occupa l’Università di Genova e di cui può godere chi guarda e sa vedere…

Di cosa è capace l’uomo, quando direziona al bene e alla bellezza la propria mente!

 

Nel pomeriggio torniamo in hotel e poi ci concediamo prima di cena un po’ di shopping alimentare (ma non trovo il Piematone “vino da signorone”…).

Cena per la quale ci sediamo alla “Trattoria dei Pani” in via Roma, meritorio ristorante “a lume di candela”, dove gustare a prezzi ragionevoli alcuni piatti veramente strepitosi, fra cui le melanzane alla parmigiana, il vitel tonné, le lasagne al forno, il roastbeef con patate, le polpette nel sugo, la charlotte di fragole. La carta dei vini spazia fra referenze liguri e d’altrove.

villa hanbury a ventimiglia

villa hanbury a ventimiglia

Arrivederci, Ventimiglia bellissima!

Chi sa che la prossima volta non ci sia anche il tempo per il Museo fotografico, il Forte dell’Annunziata col museo archeologico, il santuario della Madonna delle virtù, le fenditure dei Balzi rossi, e magari perfino un salto a La Brigue, in Francia, col trenino delle meraviglie che risale l’antica valle in direzione Col di Tenda e le montagne di Limone Piemonte (CN), dove d’inverno si scia…

Come mai Ventimiglia?, mi chiedevano.

Umberto Curti
umberto curti

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