25 giu 2022  | Pubblicato in Ligucibario

Namasté. I miei 8.000 fra Bormida e Tanaro

sentiero C38 da colla di casotto a reggia sabauda

sentiero C38 da colla di casotto a reggia sabauda

Vent’anni ormai di esperienze (a piedi, il modo più celere di viaggiare) tra Liguria e Piemonte, di hiking con Luisa sempre più “ardimentosi”, ma prudenti, scoprendo anche percorsi e collegamenti meno noti… Non solo Alta Via dei Monti Liguri, quindi. E’ inesauribile questo territorio fra Bormida e Tanaro, che regala decine e decine di escursioni (ed io l’ho cantato molte volte, ad es. a questo link oppure a questo).

Una dimensione che, nel silenzio assoluto delle faggete e dei castagneti, via via mi sta restituendo a me stesso.

Da Calizzano, col colle del Quazzo (dove purtroppo sto notando disboschi alquanto aggressivi che mi preoccupano…) raggiungo Garessio in circa 25 minuti. Lungo la strada il santuario di Valsorda (1915), col cupolone a tamburo, è meta ogni primo maggio di una sentitissima processione. E grazie a Garessio già sento l’altra montagna, quella degli influssi occitani, e provenzali, quella dei trascorsi sciistici (ma alla Colla di Casotto mi dicono che stia per riprendere servizio la seggiovia per monte Berlino, e “aprirebbe” ai meno allenati l’alpe di Perabruna e il rifugio Manolino…).

Ma anche quella, per così dire, delle consonanze, i muretti a secco, gli essiccatoi per le castagne, la polenta bianca, le ricette con fagioli e ceci, le tome di pecora, il brüss, l’Ormeasco, questo straordinario DOC  ligure che però ha per nome un aggettivo piemontese…

Transita lenta lungo la statale 28 una corriera, che può condurre a Ceva oppure a Ormea, cittadine molto molto interessanti (una ricca di portici l’altra a forma di cuore), ma per fortuna anche la “vecchia” linea ferroviaria (dismessa nel 2012) è stata rimessa in funzione, con finalità turistiche, e una sbuffante locomotiva a vapore traina più volte durante l’anno uno splendido seguito di carrozze “centoporte”, quelle che i più giovani non hanno mai veduto (a Nucetto è visitabile il toccante museo dedicato alla linea, verificare sempre giorni e orari di apertura).

Amico Lettore, conosci questi luoghi? Vicini e pur appartati. Ad un passo dalla Riviera e pur rurali e malgari. Ti chiamano. Là m’incontrerai sovente. A Garessio passeggio il borgo antico, lungo l’asse viario che scendeva ad Albenga, tra chiese e “conventini” domenicani, per concedermi l’aperitivo all’”Agribar del Duduro” oppure – al culmine delle viuzze – costeggio l’ombroso rio San Mauro, strada che sale alla cascina dell’arciprete e poi al colle di San Bernardo, dov’è stata appena allestita una “big bench”, e dove montare al Galero (1.708m) o scendere all’incantevole Cerisola (terra di ciliegie?), già sulla via del sale. Percorro la ciclopedonale del Tanaro, devio verso la minuscola Trappa (dal campanile svettante), e proseguo per Pian Bernardo (dove le case prendono il sole disposte in fila) oppure mi siedo ai tavoli de “La fabbrica del cotone”, filatura del 1882, che ha battute al coltello e vitel tonnato d’elezione. Qualche volta da Nasagò salgo alla torre di Barchi, “saraceno” panorama mozzafiato.  Imbocco la solenne strada per i “castori” della colla di Casotto (Garessio 2000), dove mi attendono cento escursioni ma anche Paola e Fabiola al “Gallo di monte”, col tagliere di formaggi e salumi e qualche piatto di cucina tradizionale che merita il viaggio (dalle lasagne d’Ormea alle frittate e torte verdissime).

E, last not least, ridisceso a Garessio faccio acquisti. Lungo via Lepetit indugio prima da “Tucci”, poi da “Non solo toma”, infine da “Stella alpina”, botteghe dove resistere a tutto, direbbe Oscar Wilde, tranne che alle tentazioni, fra cui i commoventi mirtilli di Valdinferno. E la tazzina di caffè è quella dell’elegante pasticceria “Cagna” in via Vittorio Emanuele II (favolose pastefrolle e nocciole), a pochi metri dallo IAT, dove la gentilissima signora Bruna distribuisce dépliants, e buoni consigli, a turisti e villeggianti.

Proprio ieri, infine, un’ottima novità: riaperto (pulitissimo) il sentiero C38, che ho fotografato, e che dalla Colla di Casotto – partenza di mille escursioni – scende con dolci pendenze alla magnifica Reggia sabauda che fu certosa, sovente aperta alle visite, e da lì il camminatore può poi proseguire fino al borgo di Valcasotto, per degustare anche i celebri formaggi di Beppino Occelli, tuma dla paja e bleu su tutti, in uno scenario – con mulino napoleonico – davvero d’altri tempi… Il gourmet tuttavia sappia che anche Pamparato coi biscotti di meliga è ad un passo.

Valgano perciò, queste poche ma affettuose righe, a ringraziare i soggetti pubblici che hanno reso possibile questo ripristino. Wildlife stays, wildlife pays. Nel tempo difficile in cui viviamo, il futuro poggia anche sulla memoria, e la natura costituisce – come sempre – la vera e sola magistra vitae.

Amico Lettore, visita la Val Tanaro, ti sfido a trovare territori montani più a misura di…Riviera. Ma scoprila secondo i tuoi ritmi e le tue passioni, e di sicuro l’amerai. Buon viaggio!

Umberto Curti

umberto curti

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