30 ott 2016  | Pubblicato in Ligucibario

Le vie artigiane al Convegno nazionale di Finalborgo

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Dalla stazione di Finale Ligure Marina, già centro paese, Luisa ed io scendiamo (così si soleva dire un tempo) al “Medusa” dell’amico Marco Marchese, confortevole palazzo storico, oggi hotel 3 stelle, dove professionalità e cortesia sono tutt’uno. Ci aveva via mail garantito una matrimoniale con vista gabbiani, ed è stato ancora una volta di parola.

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Fine ottobre conferma meriggi strepitosi, il sole va a dormire acquerellando sul mare orizzonti arancio come fuoco. Giunge l’ora di cena, e Finale accorda all’ospite curioso innumerevoli tavole (fra le quali Ligucibario sa come orientarsi). Ad una di queste ci propongono perfino l’olio cosiddetto di Ferrer Manuelli, ed io rivado a “Pesto e buridda”, il ricettario (editore non a caso Sabatelli) di uno chef di prua che – “salpato” da Zinola – regalò cucina a vela a tanti, compreso l’immenso Gino Veronelli, il quale volle le sue bretelle perfino in tv, amarcord di tempi d’oro, con Ave Ninchi, Umberto Orsini…
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Il Finalese, patria del botanico Gallesio, è terra (amico lettore potremmo raccontartene per mesi) di vitigni significativi (vermentino, crovin, barbarossa…), di uliveti grazie ai quali si oleifica ancora la cultivar colombaia, di zerli cucinati in scabeccio, di lumache, di miele, di pere (magnifiche a Calvisio) e mele carle, di chifferi e gobeletti (magari con marmellate di pernambucco o chinotto)…

Dopo cena passeggiamo qualche minuto nei carruggi del centro storico, dove la notte coi suoi lampioni tenui ha magie antiche, ma siamo un po’ stanchi, abbiamo lavorato fino a poche ore prima nel frastuono grigio di Genova, ci tenta l’idea di coricarci ascoltando le onde e poco altro.

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Il sabato mattina la sveglia trilla alle 8.15, dopo un rapido breakfast ci dirigiamo a piedi (camminare i luoghi si conferma strada maestra per comprenderli) verso Finalborgo, la capitale dei marchesi Del Carretto. Ci accoglie e avvolge, come sempre, un intricato dedalo di viuzze, labirinto in cui smarrirsi dà letizia, quante volte d’estate abbiamo sceso, da Calizzano, sua maestà il Melogno per il mercatino brocante!

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Alcuni manifesti blu ci guidano verso i suggestivi chiostri di Santa Caterina e verso quel Convegno nazionale dove io terrò un intervento sulle “vie artigiane”, progetto cui stiamo lavorando con gli artigiani liguri e di cui abbiamo dato conto in un precedente post, cui si rimanda il lettore (le “vie artigiane” costituiranno itinerari etno-turistici centrati specificamente sull’artigianato e l’agroalimentare ligure (laboratori, produzioni tipiche, atelier d’arte, botteghe antiche, ristori, musei di cultura materiale…).

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Sono venute da Genova a salutarci, con squisito garbo, tre (ottime) allieve del corso regionale per Receptionist alberghiero nel quale stiamo svolgendo alcune docenze, Elisa Jessica Antonella, tre bei visi sorridenti, non sanno quanto piacere ci facciano!

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Il Convegno nazionale, Travel Marketing Days, promosso da UNICOM Unione Nazionale Imprese di Comunicazione e curato da Wikiacademy, ha previsto in due giorni un fitto programma di relazioni. Purtroppo abbiamo perduto quelle del venerdì (grande grande il riscontro mediatico e di pubblico), ma oggi – oltre a me – vanno in scena
Laura Chiara Filippi, Vicepresidente vicario di Ascom Savona–Confcommercio (“Savona 2.0: quando la promozione del territorio passa dai punti vendita”), con l’interessante iniziativa che sta “trasformando” 32 esercizi commerciali sul territorio in punti di infoaccoglienza turistica,
Maurizio Testa, di Artès (“L’esperienza del turismo; il turismo delle esperienze”), con l’interessante passaggio concettuale da storytelling a storyliving, per condurre con profitto “dentro” luoghi e imprese i turismi cosiddetti special interest,
e Giovanni Ferrero, di Turismabile (“Dal sociale al business”), quest’ultimo intervento meritoriamente rivolto al turismo dei diversamente abili.

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Le voci tutte, fra casi-studio e urgenze dettate dai nuovi strumenti e format della comunicazione, convergono su di un punto: dove il turismo si costituisce a sistema e si fa interprete autentico della bellezza italiana, i risultati non tardano. Il come più che il dove, dunque, per produrre quel che si vende (orientandosi ai turismi) anziché tentare di vendere quel che si è prodotto (a prescindere dai turismi). Nel 2005 lo urlai, per amore di Liguria, in un libro di marketing (proprio il primo dei miei 15) che si intitolava, e si intitola, Alte Stagioni, chissà se qualcuno lo lesse, lo menziono perché dopotutto non è trascorsa un’era geologica, e sta francamente invecchiando bene, come un Barolo Riserva, talora potrebbe valer la pena di sturarlo, pardòn riaprirlo, tanto più che uno dei capitoli centrali  indagava già allora il boom delle enogastronomie e degli artigianati…

Da ogni argomentazione prioritaria dei relatori, intanto, la dottoressa Paola Ricca, ideatrice del metodo Free Nauta’s, costruisce una mappa mentale, per velocizzare e ottimizzare l’assimilazione dei contenuti da parte del pubblico. Tutto sarà poi caricato on line.

Seguitiamo a confrontarci – convivialmente – anche durante i coffee break, a cura di Giovannacci Caffè e Panetteria Pasticceria Parodi, fra quadrotti di focaccia davvero piacevole (in Liguria, malgrado tutto, non è cosa scontata).

Poi purtroppo giunge inesorabile l’ora dei saluti, giusto il tempo per un arrivederci. Ma, chapeau agli organizzatori, Travel Marketing Days ha rappresentato un modello di efficienza, anche grazie all’infaticabile Lidia Giusto, cui va il nostro saluto riconoscente. Ed ha saputo aggregare, in forma di rete, ovvero con effetto fertilizzante, punti di vista quanto mai autorevoli e significativi.

Scrisse il formatore Varvelli vent’anni or sono in un saggio: “evita di formarti, se non ti diverti ad imparare” (frase – io trovo – da dedicare anche agli..assenti per professione).

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Beninteso, a fine lavori, con Elisa Jessica e Antonella non ci neghiamo una sosta da “Tia Pepa”, viva brasserie di via Nicotera, dove – fra bruschette assai creative – tintinniamo calici di Pinot nero (Luisa), Valpolicella Ripasso (Elisa e Antonella) e Montepulciano d’Abruzzo (Jessica ed io). Prosit! Un caffè vero, infine, terrà deste loro, che rientrano in auto a Genova, e Luisa ed io che rientriamo a Finale Ligure per gioire ancora un po’ dei lungomari.

Umberto Curti

 

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