Fontanabuona, una valle d’entroterra (13 Comuni), l’unica parallela alla costa genovese di levante, colline boschi borghi castelli santuari, dove il paesaggio racconta tradizioni, storia fliscana * , damaschi, duro lavoro, miniere, emigrazione. L’ardesia (il termine nascerebbe da Ardennes → ardesie) era ed è il suo oro nero, lo intuisci dalle tante cave che fendono il terreno. Scrisse l’abate-storico Goffredo Casalis nel suo preziosissimo “Dizionario storico geografico statistico commerciale degli Stati di S.M. il Re di Sardegna” che nel 1840 operavano 48 cave di ardesia nei soli territori di Lavagna e Cogorno: sono esse notissime per la quantità di lastre cui forniscono ai bisogni delle due riviere ed anche a quelli di esteri stati, perocché se ne spediscono a Napoli, in Toscana, a Gibilterra, in Portogallo, in Francia, in Corsica, in Sardegna, a Trieste, ad Odessa…
Si tratta di una roccia metamorfica d’origine sedimentaria (scisto della valle di Lavagna e dell’entroterra ligure), formatasi durante il cretaceo superiore, 70-80 milioni di anni fa. Con quest’oro lamellare tradizionalmente si realizzano lavagne, perfetti piani di biliardi (richiestissimi negli U.S.A. ** ), ma anche materiali da costruzione (si pensi ai tanti luccicanti abbadini per tetti, e ad altri dettagli, nel centro storico genovese), e ovviamente oggetti di design, accessori per l’arredo di casa, bomboniere… Si presume che in loco l’ardesia fosse già ben nota in epoca romana (la famosa necropoli a incinerazione di Chiavari, con le tombe a cassetta, risale al VIII-VI secolo a.C.), in tal senso recupereresti indizi in Plinio e Tito Livio, ma le prime cave estrattive risalirebbero al X-XI (un testo anonimo infatti ne menziona presso Santa Giulia, sopra Lavagna). Alle spalle di Lavagna, e della “fiumana bella” dantesca, sono le forme in ardesia della Basilica dei Fieschi (l’ardore della pietra nera contro il candore del marmo) che cifrano il trasmutarsi del romanico in gotico. E introducono alla valle, sino al territorio di Cicagna ed oltre, dove presso le cave incontri laboratori in cui da una pietra nera abili mani tuttora originano capolavori. Del resto, molti autori ed esperti hanno via via sottolineato la versatilità e resistenza di queste lastre che, pur sottili, sfidano il tempo nobilitando il paesaggio. Nel XIX secolo (allorché in Fontanabuona 160 cave fornivano più di 36mila tonnellate di prodotto e impiegavano centinaia d’addetti) il primo centro per estrazione e lavorazione era divenuto, più a levante, Cogorno, dove il trasporto delle lastre verso i leudi all’àncora nel mare di Lavagna pesava sulle spalle delle donne, le camalle (alcune “provvidenziali” nicchie lungo i camminamenti permettevano loro di poggiare qualche momento il carico). La prima teleferica risale al 1876. Dagli inizi del ‘900 s’avviò un graduale esaurimento dei filoni, nuovi materiali in concorrenza stimolarono nuove tecniche costruttive, e dunque molti fontanini preferirono (o dovettero) tentare la fortuna verso le “Meriche” e in parte anche verso la Germania, tanto che non poche comunità videro pian piano dimezzarsi la popolazione, e alcune frazioni “decentrate” scomparvero del tutto *** . La crisi recente è viceversa dovuta ai competitor sovradimensionati, quali in primis Brasile e Cina (https://www.ilsole24ore.com/art/impresa-e-territori/2012-08-13/ardesia-ligure-battuta-carambole-074210_PRN.shtml). Nell’età più redditizia, alle cave antiche (come detto Santa Giulia, ma anche Uscio…) molte via via se ne aggiunsero, talora in ubicazioni impervie, dove i sentieri lasciavano transitare a stento persine le stesse bestie da soma, viceversa oggi sono talora preferite (Moconesi, Lorsica, Orero, Cicagna e Tribogna) quelle meglio accessibili, superstiti là dove possano giungere ad operare anche i macchinari idonei all’estrazione, alla lavorazione e infine al trasporto. L’eccellenza qualitativa dell’ardesia ligure risiede nella fissilità, può difatti esser sezionata in lastre e fogli di varia dimensione assolutamente piane, lisce, spesse pochi mm, leggere, refrattarie al fuoco (amiche degli chef), impermeabili, a bassissima conducibilità termica ed elettrica. Tale ardesia presenzia anche l’architettura monumentale – e cimiteriale – , pavimenti, gradinate, pilastri, sovrapporte, portali incisi, camini, capitelli, sepolcri, ma anche manufatti utili alla quotidianità, caminetti, trogoli e vasche, panche, sponde e condotte per l’acqua… Dagli scarti di cava infine sono sempre originati anche celebri muretti a secco, coi quali in Liguria tipicamente si sostengono le verticaleggianti fasce terrazzate, o si confinano i poderi…
* la casata dei Fieschi, sino al 1547 storica rivale dei Doria, ebbe 2 Papi, Innocenzo IV e Adriano V
** l’ardesia fontanina, non a caso, conobbe anche gloria cinematografica ad es. ne “Lo spaccone” con Paul Newman (1961) e ne “Il colore dei soldi” (1986), dove Paul Newman lavorò con Tom Cruise…
*** a Favale di Malvaro è visitabile un “Museo dell’emigrante” intitolato ad Amedeo Pietro Giannini (1870-1949), un emigrato che nel 1904 fondò, nel quartiere italiano di San Francisco in California, una piccola banca poi divenuta niente meno che la Bank of America
Umberto Curti