Focaccia, simbolo di Genova, finger food per tutti a tutte le ore…
Già nel ‘500 ci volle un vescovo, per vietarne il consumo in chiesa durante le funzioni…
Oggi che immagini associarle? Gli studenti che ne sbranano una striscia prima d’entrare a scuola? L’ora del cappuccino? I turisti che la scoprono, si ungono ben bene, e ancora ignorano che creerà in loro dipendenza psicofisica? L’odore irresistibile che invade i carruggi del centro storico? L’argento delle teglie 40×60 a bordo basso? Il profumo delle cipolle, della salvia, delle olive?… Un bel calice di Vermentino o di Bianchetta a farle compagnia?
Ma soprattutto, domanda da un milione di dollari: come dev’essere una buona focaccia genovese? Quali i segreti alla base d’una ricetta di successo? Presso la Scuola di gastronomia e panificazione avviata da ISCOT Liguria alcuni anni fa nel centro di Genova ne hanno parlato a lungo Gino Petrucco, presidente Aassociazione panificatori della provincia di Genova, 44 anni di arte bianca nel curriculum, circa 100 teglie di focaccia pronte ogni giorno, e Umberto Curti, saggista di gastronomia mediterranea, docente ISCOT Liguria, blogger. Il video è disponibile su youtube (durante le riprese ci si è avvalsi della specifica “Scheda di degustazione della focaccia genovese” ideata da Umberto Curti e impiegata anche durante un evento Confcommercio Liguria a Expo Milano).
I segreti di una buona focaccia (ripetutamente ribaditi anche nel video), ve li anticipiamo, sono solo due: qualità della materia prima (olio extravergine, mai strutto e mai sansa…), e pazienza, dato che la focaccia richiede accuratezza e tempi di lavorazione lunghi. Per chi è interessato a corsi e approfondimenti, www.iscot.liguria.it. Buona visione e buona focaccia a tutti!