Farfa fu un futurista triestino di nascita, trasferitosi a Torino, ma poi savonese d’adozione, e collaborò con 7 ricette, fra cui una piacevole “fragolamammella” dolce, al provocatorio ricettario di Marinetti (1932). Firmò anche la accorata petizione per “salvare” dall’iconoclastia del leader, il quale imputava alla pasta d’imbolsire la nazione, sia i ravioli (“carnale lettera d’amore in busta color crema”) che il pesto (“salsa di smeraldo”)… Su quest’artista geniale, sempre squattrinato, e occasionalmente “gastronomo”, ho scritto tanto, anche dentro la biografia che gli ha dedicato la studiosa savonese Silvia Bottaro
Umberto Curti