Vitigno raccomandato sulle province di Genova e della Spezia. Golfo del Tigullio-Portofino è una DOC vinicola che dal 1997 riunisce 36 Comuni, approssimativamente da Genova capoluogo sino a Moneglia, verso levante, punto oltre il quale inizia la provincia della Spezia con altre tre DOC, la Colline di Levanto, la Cinque Terre, la Colli di Luni.
La DOC tigullina realizza 8 vini, bianchi (tra cui la Bianchetta e il Vermentino), rosati, rossi, moscati e passiti.
Fra i rossi * , in particolare, il ciliegiolo “rinvia” immediatamente al colore della ciliegia, e del resto la quasi omofona parola “cerasuolo” – parimenti musicale – indica un metodo di vinificazione dei mosti di uva rossa senza prolungato contatto con le vinacce.
Il vitigno ciliegiolo giunge in Liguria – probabilmente – dalla Spagna attraverso la Toscana, in special modo la Maremma, area in cui ammorbidiva le durezze e le asprezze dell’onnipresente Sangiovese. Epicentro è oggi il chiavarese. A differenza di quanto avviene nelle DOC limitrofe, il ciliegiolo tigullino è vinificato tendenzialmente da solo o almeno per l’85%. Di gradazione alcolica moderata, intorno agli 11°, ha colore limpido da chiaretto sino a rosso-violaceo, profumi talora ampi e duraturi di frutta e bosco, qualche erba, qualche mineralità. Nel complesso, il sapore si presenta elegante, delicatamente secco ma con una discreta pienezza, ben equilibrato fra tannicità e acido. Va bevuto – ad una temperatura di 15° in bicchieri a media ampiezza e a stelo medio – entro 1-2 anni di vita, in gradevole accompagnamento a primi rossi come i “taggiaen a o tocco” ** , i risotti col pomodoro, qualche zuppa, i ripieni, le tomaxelle, nonché umidi di mare e “buridde” fra cui il famoso stoccafisso… Se lo conservi in cantina, custodiscilo orizzontale sui ripiani intermedi, a temperature mai superiori ai 15°.
* vini per i quali la regione è oggettivamente meno “celebre” rispetto ai bianchi.
** tagliatelle al sugo di carne. Tocco è il pezzo di carne.
Umberto Curti