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Chinotti di Savona

Chinotti di Savona, ripercorriamone la storia… L’etimo della parola rinvia alla Cina, da cui l’agrume proviene grazie ad un navigatore savonese del ‘500. Raccolto in autunno, si lavora sotto spirito o candito * , se ne traggono mostarde da formaggi e marmellate, nonché la celebre bibita “la più italiana che ci sia”. Nel Savonese, dove appunto l’agrume presenzia dal ‘500, si insediò da Apt nel 1877 la Silvestre-Allemand, un laboratorio di canditi attivo dal 1780. Per candirli si ponevano in salamoia e si “riposavano” dentro contenitori di faggio. Oggi è presidio Slow Food e un cult grazie anche alla pasticceria “Besio”, ma prima della guerra alcune decisioni di politica agricola poco felici e alcune gelate misero in forse la prosecuzione della loro esistenza stessa.

* stava in una salamoia d’acqua marina 25 giorni, cambiando l’acqua ogni settimana, poi bollendo e via via zuccherando… Creativi pasticceri stanno ora usando i chinotti canditi nel pandolce, per dargli un positivo connotato locale in più…
Umberto Curti
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