Croxetti del Doge, la presentazione ufficiale. Ho partecipato a Evoè Festival, la manifestazione enogastronomica programmata a Recco, a cura di Daniela e Lucio Bernini, nelle giornate di sabato 29 e domenica 20 marzo. E’ stata per me anche la graditissima occasione di salutare non pochi amici, conoscenti e allievi (Sandra, Marina, Angela e Davide, Giuseppe, Marco, Luca…) incrociati in circa – qualcuno da più e qualcuno da meno – 30 anni di professione insieme a Luisa Puppo nel turismo e nel food…
I croxetti del Doge e il progetto Rolli Experience
La ragione che tuttavia mi ha condotto a Evoè Festival è stata anzitutto la presentazione de “I croxetti del Doge”, ovvero la ricetta che ho ideata per le Rolli Experience proficuamente organizzate i mesi scorsi dal Comune di Genova. Ricetta che è stata eseguita da due ristoratori, uno di Genova San Desiderio (Bruxaboschi) ed uno di Recco (Da ö Vittorio). In funzione dell’evento, la bottega artigiana “Picetti” di Varese Ligure ha inoltre realizzato gli stampini in legno con cui incidere i medaglioni di pasta.
Territorialità e storytelling
Come sempre mi prefiggo nel lavoro di sviluppo di nuove ricette – attività che mi viene commissionata all’interno di progettazioni e/o eventi speciali – , “I croxetti del Doge” sono in primis un’evocazione di territorialità (sarazzö avetano, nocciole misto Chiavari, persa, olio DOP Riviera Ligure…), finalizzata a creare un’armonia di sapori ravvivata stavolta dal crunch della granella di nocciole. Si tratta di una ricetta facile ad eseguirsi anche in casa (vedila e leggila anche qui), ricorrendo ad un mixer in mancanza del mortaio e a croxetti già pronti in commercio ove non si abbia il tempo di impastarli. Nei calici, per un degno abbinamento enologico, il Pigato della DOC Riviera di Ponente rappresenta forse la scelta più immediata…
Croxetti del Doge: un’evocazione di territorialità
Nella mia visione di prospettiva, il fine della progettazione dei croxetti del Doge non è stato – né certamente è – di “creare” un brand gastronomico alternativo a quelli che Genova e la Liguria già storicamente vantano, e non sono pochi (focaccia, farinata, Recco, minestrone, pesto*, ravioli, pansoti, Pasqualina, cima, stoccafisso, trippe, pandolce, Sacripantina…), bensì di accostare in modo creativo ingredienti molto identitari, aggiungendo così un’opzione piacevole e credibile al ricettario regionale. Il mio piatto, ove un minimo “tutelato” dal punto di vista dell’immagine e dei contenuti potrebbe quindi esser sposato da ristoratori genovesi – e liguri – e positivamente comparire in occasioni istituzionali, cene nei palazzi patrizi, educational, missioni all’estero…
Passo naturalmente la palla al Comune di Genova per la valutazione di sviluppi e contatti ulteriori. Per quanto mi riguarda, ho potuto vivere ad Evoè Festival un buon tempo, ed esser davvero lusingato per l’interesse che la mia ricetta (a Recco, come detto, affidata alle mani di Matteo Losio e Federico Bisso) ha suscitato, anche nel pubblico… Buon appetito!
*viva il pesto, beninteso, ma la cucina ligure e genovese non è mai stata né mai sarà soltanto pesto… Presumo quindi che ora sarà bene rimpiazzare i mortai gonfiabili sulle acque del Tamigi con iniziative di promozione meno estemporanee e più ad ampio raggio storico-culturale
Umberto Curti