6 feb 2025  | Pubblicato in Ligucibario

Assaggi di Ottocento con Umberto Curti, il 1827

mazzini e il museo del risorgimento a genova

mazzini e il museo del risorgimento a genova

Assaggi di Ottocento. Prosegue, da parte della Biblioteca Civica “Berio” di Genova, la messa on line delle 10 videopillole che Umberto Curti ha dedicato al tema di Genova nell’Ottocento.

Dopo il 1814 (fra sbarchi di inglesi, fughe di pontefici, e aperture di confetterie) ecco salire in scena il 1827.

Il 6 aprile di quell’anno Mazzini – che ritroveremo nel video del 1835 – si laurea in diritto civile e canonico, e s’affilia alla carboneria.
Ed esce l’Indicatore genovese, foglio di avvisi e di varietà, ovvero di notizie e cronaca di varia attualità, dove Mazzini scrive (anche) recensioni letterarie. Nel dicembre dell’anno successivo la pubblicazione viene tuttavia sospesa dal governo sardo, che comincia a nutrire diffidenza verso contenuti e firme…

Domenico Villa, da parte sua, apre bottega in via del Portello, dov’erano le scuderie dei Lercari, cui in via Garibaldi si lega il fastoso palazzo che “espone” ai lati del portone due telamoni, scolpiti dallo scultore-architetto Taddeo Carlone (1543-1615) senza i nasi… E’ inizialmente una bottega di “droghe e coloniali”, ovvero vi si acquistano spezie, thè, caffè, saponi, spazzole…, evolvendo poi in produzione e vendita di pasticceria. Rilevata da Profumo nel 1865, affascina tuttora clienti e turisti per gli arredi, quasi tutti della prima metà dell’Ottocento, il pavimento marmoreo, le volte a crociera antiche e riaffrescate con motivi floreali tipici del liberty. Fra tante golosità in vetrina e sui banchi, tutto l’anno si può in genere trovare anche il celebre pandöçe zeneize. E via Garibaldi, l’aurea strada nuova con gli innumerevoli Rolli, è letteralmente ad un passo.

 

 

Manzoni, infine. Pochi sanno che in quella torrida estate lo scrittore italiano più famoso d’ogni tempo, 42enne, soggiorna per qualche giorno anche a Genova (nel 1811 con la madre Giulia Beccaria e la moglie Enrichetta Blondel era già stato ospite a Sestri nella villa dell’abate giansenista Eustachio Degola). Manzoni viaggia da Milano con la numerosa famiglia – madre, moglie, figli (tranne il piccolo Filippo nato appena l’anno prima) e cinque domestici – , e ha per meta l’Arno in Toscana, per sciacquare i panni di una lingua letteraria che malgrado tutto ancora non lo “appaga”… Durante il faticoso tragitto una delle carrozze era perfino piombata in una china. A Genova Manzoni affitta una stanza con vista porto all’albergo “Quattro Nazioni” di Palazzo Bartolomeo Invrea in via Del Campo 10 (ad Enrichetta erano state consigliate talassoterapie), e le progressive PR coi notabili cittadini, tra eventi e cene, gli consentono anche di familiarizzare coi ravioli (la ”La cucina italiana” di maggio 2023 ha costruito – da pagina 94 – un dettagliato articolo circa i gusti a tavola del letterato). Manzoni conosce inoltre Marie-Henri Beyle, 44enne, che poi diverrà notissimo col nome di Stendhal e che già inizia ad ammirare “I promessi sposi”… Ma il 7 agosto giunge infine il momento di lasciare l’albergo, là dove oggi tuttavia nessuna targa commemora quella permanenza…

Luisa Puppo

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