15 nov 2024  | Pubblicato in Ligucibario

Il Dizionarietto GAE di Umberto Curti (2)

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Il Dizionarietto GAE di Umberto Curti, per i corsi presso ente F.Ire di Genova.

Repertorio di termini e concetti ad uso degli allievi dei corsi GAE.
Per approfondimenti si raccomanda anche la richiesta all’editore (link qui) del mio saggio “Sostenibilità e biodiversità. Un Glossario” (2023), che verrà spedito (gratuitamente) in formato pdf…
Si suggerisce inoltre agli allievi l’uso di una buona cartina regionale, così da georeferenziare ove necessario quanto segue.

 

Parte 2 (di 15)

Arte cartaria: vedi artigianato

Artigianato: produzione – spesso poggiante su “corporazioni” e saperi antichi – che è l’antitesi del prodotto seriale, di massa, e viceversa rivela l’anima di un mestiere. La Liguria, in tal senso, si caratterizzava e talora anche ai giorni nostri si caratterizza per: 1)arte del tessuto e del ricamo, pizzi, damaschi, e macramè (Riviera di Levante e Val Fontanabuona), 2)ceramica (Albissole e Savona), 3)vetro (Altare), 4)argenti (Genova), 5)ardesia (Val Fontanabuona e Valle Argentina), 6)orologi da torre e campane (Uscio, Tovo San Giacomo), 7)filigrana (Campo Ligure), 8)sedie (Chiavari), 9)ferro e ferro battuto (Masone, Sarzana, Pieve di Teco…), 10)rissêu, 11)floricoltura, 12)cantieri nautici e maestri d’ascia (gozzi e leudi), 13)arte cartaria (Acquasanta a Mele)… Sovente, a tali risorse corrisponde in loco un museo dedicato, e in alcuni casi si tratta di visite molto suggestive ed istruttive

Asado: sono pezzi di manzo alla brace, un piatto che caratterizza l’Argentina e, non a caso, molte sagre dell’entroterra ligure. Si lega infatti alle dinamiche migratorie che “collegarono” la Liguria all’America latina. Tradizionale l’accostamento di una sorta di salsa verde, la pungente salsa chimichurri… Al tema dell’emigrazione verso le “Meriche” ecc. – e del turismo delle radici – si legano anzitutto il MEI (Genova) e il Museo dell’emigrante a Favale di Malvaro. Dal Genovesato partirono Amadeo Peter Giannini, suor Blandina (Rosa Maria Segale), Natalina Garaventa madre di Frank Sinatra… Si noti che l’Argentina ha ricette quali la fugazzeta e i ñoquis, e che i calciatori del Boca Juniors vengono chiamati Xeneizes

Autoctono (endemico): originario di un territorio

AVML: acronimo per l’Alta Via dei Monti Liguri, la quale percorre in 440 km suddivisi su 43 tappe – lunghe mediamente una decina di chilometri – l’intero arco regionale, dal confine con la Francia sino a quello con la Toscana, come si suol dire “da Ventimiglia a Ceparana”, naturalmente con tappe di diversa difficoltà e suggestione, contraddistinte da una tacca bianca al centro e rossa ai lati. Ceparana è una frazione del Comune di Bolano (SP)

Baita: costruzione di montagna, quasi sempre privata (poteva fungere da deposito attrezzi, fienile, castagnaia…). Si badi che nei tempi andati nulla andava sprecato, e ad es. con i mucchi di foglie si riempivano materassi

Bandiera arancione (ecc….): certificazione di qualità ambientale. Il primo Comune a fregiarsene fu Sassello (SV) nel 1999. Sono numerosi i marchi che attestano l’appartenenza di un Comune ad un determinato circuito (Bandiere blu, Borghi più belli d’Italia, Città del vino…), va da sé che ogni marchio propone caratteristiche e finalità diverse, può esser più o meno arduo ad ottenersi, e può più o meno rappresentare un “brand” in senso promozionale

Ben d’i morti: rituale d’ascendenza pagana (come molti altri), che il 2 novembre si pratica in vari borghi dell’entroterra e anche della costa ligure. Si lega alla commemorazione dei defunti. In Val di Vara ad esempio, nel borgo medioevale di Bolano (SP), dove fra l’altro “termina” l’AVML, la notte del 1 novembre si accolgono, per così dire, le anime dei defunti che non hanno ancora trovato pace (in dialetto chiamate “Mna”). Questi spiriti cercano il “ben d’i morti”, preparato dagli abitanti. La tradizione vuole che i bimbi li accolgano vestiti di bianco, in una processione iniziata al tramonto dal piazzale della parrocchiale, per poi continuare lungo i carruggi. Sempre la leggenda narra che le anime cantino una filastrocca: ”S’a nè darè ‘r ben d’i morti, a prgren’ pr’i vostri morti, chi ‘n ghen’ à gi’en tuti porchi” (se ci darete il ben dei morti, pregheremo per i vostri morti, tutti quelli che non lo faranno sono porci…), nel mentre dalle finestre delle case vengono lanciate offerte di ogni tipo. Nel frattempo anche in piazza è pronto un desco con pane, vino, offerte, e una lanterna viene accesa a rischiarare il buio. Spesso si organizza anche un racconto animato in costumi d’epoca, nel quale si rievocano i personaggi locali più caratteristici del passato, ma anche del presente…

Biamonti, Francesco: narratore ligure (1928-2001), di San Biagio della Cima (IM) nell’estremo Ponente, ha lasciato in eredità 4 esili ma straordinari romanzi – quasi una tetralogia – ed un ultimo, “Il silenzio”, restato sfortunatamente incompiuto. Salito di colpo al “proscenio” non in età giovanile, gli portò notorietà il bellissimo L’angelo di Avrigue *, pubblicato dalla prestigiosa Einaudi nel 1983 anche in virtù delle esortazioni del “conterraneo” Italo Calvino (si veda qui sul Dizionarietto la relativa voce). Di professione bibliotecario (fra gli antichi scaffali della Aprosiana a Ventimiglia alta), “uomo di mimose” per dimensione prima di tutto interiore, e intellettuale non incline al chiasso, in un’intervista comparsa su Avvenire nel 1988 dichiarava significativamente: “Il confine non è tra Italia e Francia: coinvolge tutto il Mediterraneo. Ci sono tre grandi personaggi nel Mediterraneo: il Golfo di Genova (Eugenio Montale); il Golfo di Marsiglia (Paul Valéry), e il Golfo di Orano (Albert Camus) che hanno creato una civiltà letteraria legata alle cose, in cui le cose parlano al posto dell’uomo. I loro paesi diventano aspri e emblematici di una civiltà umana legata a una sorta di corrosione dell’esistenza, quella che provoca il salino. È una civiltà data dalla luce e dal sapere, dalla lucidità e dalla corrosione”. Lo abbiamo “ubicato” nell’estremo Ponente di Liguria…, e in effetti descrisse terre e borghi (Bordighera, Dolceacqua, Vallebona…) che circa cent’anni prima avevano sedotto con le loro luminosità (talvolta immalinconite dall’inverno) anche l’impressionista parigino Claude Monet (1840-1926). Di fatto, la pagina biamontiana incisiva, quasi fotografica (con storie tanto esili da apparire quasi fuori del tempo), è una pagina sempre toccante, che affida alla natura, al mare, ai colori, alle pietre dei muri, alle crêuze verticaleggianti, e addirittura ai silenzi, l’onere dell’espressione, e dei significati. “Punte argentee di mare entravano nel cielo, quasi in risposta al richiamo degli ulivi”… Fu non per caso vicinissimo al pittore Ennio Morlotti. Dal 2016 è nato un gruppo facente capo al Comune di San Biagio della Cima il quale conduce ricerche in loco ed ha allestito una pannellistica interattiva per favorire un cammino bioletterario nei luoghi e negli abitati cui Biamonti alluse. Due anni dopo, l’associazione “Amici di Biamonti”, insieme ad altre realtà, ha messo in moto un progetto di residenze creative, “Sulle tracce di Biamonti”, che ogni anno riunisce a San Biagio della Cima vari artisti, invitati ad “esprimersi” collegandosi alla lirica scrittura di quest’uomo, profondamente ligure e al contempo ligure sui generis.

*Avrigue è presuntivamente il borgo di Apricale (IM), il cui nome origina da “apricus” = soleggiato

Biodiversità: è – in estrema sintesi – la ricchezza delle specie florofaunistiche viventi in un ambiente. Ove sia peculiarmente ricco, esso viene anche detto hotspot

Birdwatching: pratica di osservazione – con pazienti appostamenti e binocolo – e di identificazione degli uccelli nel loro ambiente naturale, uccelli che caso per caso nidificano, che transitano in migrazione…

Birrificio artigianale: azienda indipendente che brassifica esigue produzioni, non pastorizzate né microfiltrate. Secondo la L. 154/2016 in Italia “Si definisce birra artigianale la birra prodotta da piccoli birrifici indipendenti e non sottoposta, durante la fase di produzione, a processi di pastorizzazione e di microfiltrazione. Ai fini del presente comma si intende per piccolo birrificio indipendente un birrificio che sia legalmente ed economicamente indipendente da qualsiasi altro birrificio, che utilizzi impianti fisicamente distinti da quelli di qualsiasi altro birrificio, che non operi sotto licenza di utilizzo dei diritti di proprietà immateriale altrui e la cui produzione annua non superi 200.000 ettolitri, includendo in questo quantitativo le quantità di birra prodotte per conto di terzi”. La Liguria – da quando Teo Musso detto “Baladin” sdoganò a Piozzo (CN) questa nuova arte produttiva – si è mostrata dinamica, con ottime imprese che da Millesimo a Maissana, da Savignone alla Spezia hanno creato birre assai apprezzate, talora aromatizzate con prodotti locali (chinotto, castagna…)

Bivacco: è l’accampamento notturno (all’aperto/tenda). Nelle Alpi anche una struttura incustodita – e gratuita – per soste ed emergenze. Tipica delle società nomadi/pastorali, la pratica del bivacco è stata utilizzata anche nelle campagne militari. Può talora, di rado, essere anche una struttura in legno, metallo o cemento, di piccole dimensioni (fino a una decina di posti letto), posta in luoghi particolarmente isolati. Si differenzia dal rifugio alpino per le dimensioni molto più piccole, perché non offre servizi (pasto e riscaldamento…) e per il fatto di restar sempre aperto. Solitamente i bivacchi sono forniti solo di spartane brandine, a volte di stufa e tavolo.

Buranco: burrone scosceso, voragine

Bussana: forse il più celebre fra i borghi liguri “abbandonati”, anche in virtù della progressiva rianimazione ad opera anzitutto di artisti, che via via si insediarono in ciò che restava delle case, lesionate dal terribile terremoto del 23 febbraio 1887

Calvino, Italo: celeberrimo scrittore italiano (1923-1985), sebbene nativo di Cuba, di fatto una delle voci letterarie principali – e più lette e apprezzate – del secondo Novecento non solo italiano, ma europeo. Percorse molti àmbiti geografici ed esistenziali, totalizzando circa 200 racconti, taluni con tonalità mitico-fiabesche, e taluni velatamente e pur schiettamente ambientati proprio in Liguria. Da adolescente, a Sanremo (IM) talvolta riparava nel giardino dei nonni paterni (a Villa Terralba, in cima alla mulattiera di strada San Romolo), contemplando la natura attorno, e si dice che una pianta di avocado fosse addirittura sua ispiratrice per il famosissimo Il barone rampante… Partigiano nei momenti conclusivi del secondo conflitto mondiale (che in Italia purtroppo incendiò anche una guerra civile), e comunista di un comunismo idealista, ma al contempo anima sensibile, eternamente libertaria e insofferente del potere, nel 1957 abbandonò il partito, che sentiva troppo organico ai diktat dell’Unione Sovietica. Abitò tra Torino, Parigi, Roma, muovendosi molto in giro per il mondo, e però sovente “rifugiandosi” nella diletta pineta di Castiglione della Pescaia (GR), Toscana al cento per cento. Il ruolo della natura, nella sua vita e nei suoi scritti, è sempre intenso (Italo era figlio di botanici-agronomi stimatissimi *), parchi, orti, erbe, serre…, quantunque Calvino eviti ogni volta di menzionare la “sua” Sanremo, e lo iato fra natura ed economia capitalistica è non per caso già presente ne Le città invisibili (1972), opera particolarissima, dove – e parliamo di un testo che spegne 50 candeline! – la civiltà degli sprechi, il profitto ad ogni costo, la sovrapproduzione di merce e spazzatura, l’affarismo edilizio, l’indifferenza a tutti i livelli costituiscono ormai la prova di un modo di vivere sempre più miope, dannoso, menefreghista, globalizzato. Nel 2023 si è omaggiato il centenario della nascita di questo poeta in prosa, occasione per “ripensare” a com’erano una Riviera, una mediterraneità e una città ancora a misura d’uomo… Si veda qui sul Dizionarietto anche la voce “Guglielmi, Libereso”.

*la madre, Eva Mameli, fu la prima donna docente di botanica in un’Università italiana

Cammino di Santa Limbania: percorso da Voltri a Roccagrimalda e Gavi (AL), a Genova protettrice dei naviganti e in Piemonte dei viaggiatori… Si sviluppa lungo un’apprezzata “via dei monti” che un tempo legava l’Ovadese al porto di Genova e che ovviamente fu via via “sostituita” dalla strada statale e poi dall’autostrada https://www.storiadiovada.it/limbania.html

Cani da guardiania/da protezione: cani di grossa taglia adibiti a sorvegliare mandrie e greggi. Purtroppo, in assenza del pastore, vi sono stati casi di aggressioni all’uomo (personalmente ho notizia di un biker aggredito presso il rifugio Manolino sopra Garessio, CN…). Si suggerisce di non avvicinarsi al bestiame e soprattutto di non passarvi mai nel mezzo. Qualora i cani si avvicinino, fare in modo di non perdere la calma e, senza assolutamente fissarli negli occhi (potrebbero difatti interpretarla come una sfida), arretrare pian piano a piccoli passi e senza volger loro la schiena, così da allontanarsi… Questo in genere dovrebbe servire a “rassicurarli” (un cane equilibrato tende ad aggredire solo e soltanto ove “costretto”) e a sventare la minaccia.

Per info sui corsi, ente F.Ire, piazza G. Matteotti 2/3b, 16123 Genova, tel. 010 9820702, formazione@entefire.it
umberto curti

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