11 set 2024  | Pubblicato in Ligucibario

2024, quale vendemmia in Liguria?

uve a orco feglino (sv)

uve a orco feglino (sv)

Mi “messaggia” al volo un ex allievo, Luca, il quale sta per partire a vendemmiare nel Ponente, in quel – se ho ben compreso – di Sarola (Chiusavecchia) e Dolceacqua, presumo quindi che si tratterà anzitutto di Pigato e Rossese… La cosa lo emoziona, e del resto era festa sin dall’antichità – in parte poi anche nell’àmbito cristiano – questo periodo dell’anno, che ripaga di tanti sacrifici.

Il 19 agosto dell’anno ricorrevano a Roma i cosiddetti “Vinalia Rustica”, una rituale celebrazione di Giove che sanciva l’inizio del raccolto. Per il quale si impiegavano attrezzi affini a coltellini onde recidere i grappoli, che venivano poi riuniti in speciali recipienti e condotti sino ad enormi vasche dove, infine, venivano pigiati a piedi nudi…

Stavolta sarà una vendemmia tropicalizzata, per così dire, con buona pace di chi continua a negare il cambiamento climatico, e con uve non abbondanti (ma di qualità), caratterizzata dal caldo e dall’umido dei mesi precedenti, un clima che ha costretto ad intensi trattamenti fitosanitari. Nel vicino Piemonte, dovrebbero riservare soddisfazioni il Gavi, il Moscato, il Timorasso, l’Arneis, e poi la famiglia dei rossi e in primis il Dolcetto.

La Liguria è – da sempre – terra di viticolture eroiche, sovente su fasce terrazzate dai muretti a secco, dove nemmeno un trattore riesce ad inerpicarsi. Dove ieri sudava il contadino, e penso tout court alle Cinque Terre, oggi grazie alle cremagliere sale anche il turismo che dalle colline vitate ama traguardare il mare. E per me, che da tanti anni progetto turismo sostenibile ed esperienziale, ciò è cosa buona e giusta (link qui)… Non sono pochi, poi, i paesi che all’evento dedicano feste specifiche e animate, e penso tout court a Vezzano Ligure (SP), dove da 62 anni il rito si ripete, ma mi piace anche segnalare, in altra stagione, la festa del vino di Verici, frazione di Casarza Ligure (GE), dove si spreme ottima Bianchetta, un vitigno che notoriamente m’è caro…

Il vino è pian piano divenuto argomento da antropologi, perché pochi alimenti simboleggiano altrettanto il legame “veronelliano” tra la terra, il sole e l’abilità dell’uomo. Così come pochi alimenti consentono altrettanta convivialità. Speriamo dunque che sia una vendemmia ricca e fausta, di cui godere successivamente nei calici… Buon lavoro, Luca!

Umberto Curti

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