L’11 febbraio ricorre, fortemente voluto dall’Unione Italiana Food, il “Caramella day”. Una novità per l’Italia (negli USA si celebra da una cinquantina d’anni).
E una specifica ricerca di mercato ha mostrato quanto – tuttora e sempre – questa gloria anche made in Italy abiti il cuore dei consumatori…
Perché nacquero le caramelle? Perché attraverso i secoli s’affermò un ramo della confetteria che realizzava ampi “cataloghi” di squisitezze a base di zucchero: zuccheri cotti, caramelle, praline, torroni, pastiglie, fondants e vari bonbons. I laboratori in tal senso prosperarono.
Ecco poi (anche in Liguria), sin dalla prima metà del ‘900, sempre maggiori proposte di pumeletti (bottoncini) alle viole, tavolette danesi, caramelle frizzanti, tripolini (omaggio a vittorie fasciste), ginevrine e ginevroni, confetti, pescetti di liquerizia, anicini…
Ripenso del resto alla mia adolescenza: e difficile, in effetti, era possedere un cuore “immune” ai richiami gastro-sentimentali delle rosse Rossana, delle vivacissime Charms, delle Polo col loro buco circondato di menta, delle succose “mou” di Elah, delle Golia alla liquirizia, delle Ambrosoli ripiene di miele, delle Galatine al latte, delle “eucalipto” di Lavagetti…
Al cinema, ça va sans dire, un costante rituale ne polverizzava intere confezioni, specialmente le gommose alla frutta.
Due anni fa, non a caso, costruii per la rivista “LiguriaFood” un dettagliato articolo in cui percorrevo le produzioni liguri, tra nostalgia ed avvenire, tra belle storie d’impresa e sperimentazioni di sapori e confezioni. Ecco dunque il link diretto https://www.liguriafood.it/2023/06/30/caramelle-dolce-liguria-saudade-presente/ per i lettori di Ligucibario® che desiderino approfondire il tema.
Buone caramelle a tutti, magari oggi dando la preferenza alle cosiddette “funzionali”, ovvero balsamiche, arricchite di vitamine, sugar free…
Umberto Curti