“Scegli un lavoro che ami e non lavorerai mai”
Ho “scoperto” il marketing attorno al 1995, ricordo ancora l’autogrill ove comprai un basico manuale di Cinzia Ameri Mölzer, che mi svelò l’abc di una scienza realmente esatta e mi appassionò… Tanto che dal marketing non mi separai più.
A quei tempi io stavo per diventare un miracolato, la sorte infatti (e un noto pubblicitario ospite del “Maurizio Costanzo show”) mi fece conoscere un’azienda di Bologna che raddoppiava ogni anno i fatturati, diventava via via oggetto di tesi di laurea, e soprattutto ebbe fiducia in me, iniziandomi tramite un corso strepitoso, durato 4 settimane, al direct marketing, alle tecniche di vendita, all’affiancamento dei promoter meno esperti, alla fidelizzazione dei clienti.
Senza il marketing e “quel” marketing, mai avrei potuto rivoluzionare la mia vita professionale e fondare – con Luisa Puppo – la società di consulenza che ha di recente festeggiato 20 anni di attività (oramai è la più antica in Liguria?), “superando” congiunture difficili, crolli di viadotti, pandemie, di tutto di più…
Dal 1995 – ispirandomi anzitutto a Philip Kotler e Chris Anderson… – ho sempre interpretato il marketing come una disciplina “fuffa free”, analitica, cartesiana, capace davvero di riverberarsi nella quotidianità e di sancire la differenza fra imprese che evolvono e imprese che chiudono, fra strategie produttive e strategie miopi.
Nelle diecimila docenze che ho tenuto (più ai disoccupati che ad altri, poiché sovente in Liguria la sensibilità delle imprese verso l’aggiornamento è purtroppo quasi zero ed i risultati si vedono), non ho mai proposto slides teoriche e concettualizzazioni accademiche. Non m’importa un fico secco degli approcci tipo “dicesi marketing” e dei diagrammi grafici, e mi piace viceversa entrar subito nel vivo della materia, nei casi concreti, curiosare “dentro” i brand e i prodotti vincenti… In fondo, il miglior corso di marketing potrebbe peraltro ridursi ad un solo assioma, copernicano e nient’affatto filosofico: il marketing è l’osservazione dell’azienda dal punto di vista del cliente. Fine, stop, ciascuno si regoli, tanto più in una terra che si ostini su posizioni di rendita e corporativismi di corto respiro e non si volga al “divenire” della domanda.
Questa stagione della vita, grazie soprattutto ai social, mi ha rimesso in contatto con molti volti della giovinezza, fra i quali Alessandro Minetti, fondatore dei “Soleluna beach village” di Albissola Marina, riviera savonese. Minetti un mese fa ha debuttato come “scrittore” pubblicando una sorta di autobiografia (la copertina è nella foto), un po’ naïve, proprio nel senso di schietta ed istintuale, ma che ho letto con piacere – e ho “prefato” – in quanto narrazione introspettiva, emblematica di un’epoca che dagli anni ’70 ad oggi (Minetti ha 56 anni) si è caratterizzata per intensi cambiamenti… E l’autore, per così dire, umanamente non se n’è perso uno, anche a causa, o in virtù, dei suoi viaggi. Si chiama vita…
“Inutile cercar nel mondo quel che non si riesce a trovare dentro di sé. Se uno non ha niente dentro, non troverà mai niente fuori”.
Che c’entra un’autobiografia col marketing? Beh, “Un magnifico spreco di tempo” costituisce anche, per alcune parti, proprio un piccolo manuale di marketing, ripercorrendo le vicende (business idea, start-up, promotion e PR, staff, rapporti con la burocrazia, coi residenti…) di una struttura nata il 27 maggio 2000, tra un millennio e l’altro e tuttora attiva, malgrado gli scossoni che anche sulla riviera ligure hanno interessato e rivoluzionato il turismo, i trend ed i consumi. Benché Minetti forse neppur lo sappia, dei suoi “Soleluna” io scrissi già nel 2005, dentro al mio primo saggio (1), perché il successo lo confermava non solo uno stabilimento balneare, bensì un’intuizione pionieristica e legittimamente ambiziosa, qualcosa che in Liguria non s’era fino ad allora mai visto e che dunque avrebbe anticipato bene la concorrenza. Sport, musica, design, eventi, cene, piscina, wedding.
I Lettori che seguono Ligucibario® (non poi pochissimi) sanno che questa piattaforma è indipendente, non vende pubblicità, non pratica il marchétting… Pertanto, oggi suggerisco la lettura di questo particolare volume in quanto potenzialmente utile (p. 254!) a chi voglia, specie un giovane e specie in Liguria, intraprendere una propria strada, sfidare l’avvenire, realizzarsi dentro un’idea personale, ripartire. Si possono sempre trarre alcuni insegnamenti dall’esperienza di chi ce l’ha fatta, un intelligente “spionaggio” industriale consente di trasferire nelle proprie le buone prassi altrui, contestualizzandole…
Io, da parte mia, ribadisco che sarebbe rischioso avviare un’attività semplicemente in quanto disoccupati, o laddove si possa accedere a finanziamenti e/o a seminari formativi. E ribadisco che occorre, viceversa, anzitutto passione, fiducia nelle proprie capacità, attitudine ad aprire la mente, porsi in gioco sino all’ultima goccia di sudore, per non disperdere finanze ed energie, per muovere passi proporzionati alle gambe, per esplorare a fondo, per risolvere le criticità. La vita le somministra a tutti, ma è una sola. “La grande forza consiste nel non fare parte del contesto”…
Ed in tal senso (nulla è casuale) i “Soleluna” di Minetti, nati da una “ispirazione” oltre confine (i “Moorea beach” di Juan Les Pins), rappresentano un esempio di benchmarking e d’autoimprenditoria autentico e duraturo, che infonde una punta d’ottimismo anche e persino, oggi, dentro le pagine di un libro. La cui lettura dunque, in momenti come questi, non è certo uno spreco di tempo. Long live!
Umberto Curti
(1) …“L’esempio battistrada migliore, in Liguria, è rappresentato dai bagni “Soleluna” di Albissola, che prolungano l’attività pressoché 24 ore su 24, con eventi, musica a cena, dance per i nottambuli”, cfr. Umberto Curti, Alte stagioni. Modelli per il marketing turistico, ed. Erga, Genova