Il corso “Addetto al ricevimento” (codice ARGE- 869/7/3), accompagnato dalla tutor Ilaria Caisson e dai docenti, Luisa Puppo e il sottoscritto, si è recato in visita didattica a Savona. Accompagnati dalla Professoressa Silvia Bottaro, il cui curriculum non richiede precisazioni (1), e attuale Presidente dell’Associazione no profit “Aiolfi”, i corsisti hanno viaggiato attraverso la storia e il patrimonio culturale savonese.
Dalla Torre Leon Pancaldo che presidia a levante gl’ingressi in città fino al Palazzo Lamba Doria in via Quarda Superiore ad un passo dal Brandale, dall’Oratorio del Cristo Risorto (specificamente aperto ai corsisti per l’occasione) dove spicca una plasticissima “Annunciazione” del Maragliano sino ai grandi affreschi della Sala Consiliare del Comune di Savona (specificamente aperta ai corsisti per l’occasione), coi quali Eso Peluzzi tracciò una “cronaca” cittadina dalla romanità sino alla Resistenza antifascista.
La mattinata di studio si è conclusa con una rapida degustazione presso lo spartano ma storico fainotto “Vino e farinata” di via Pia, dove pranzò persino Sandro Pertini (che, come noto, era nativo di Stella, nell’immediato entroterra). Queste sciamadde e tortai punteggiavano i centri storici delle città liguri ieri più di oggi. Ai tavoloni trovavi, gomito a gomito, il manovale e il letterato, la prostituta e il giornalista, il professore e il fallito. Tovaglie a quadrettoni, e bicchieri di vetro spesso, creavano l’atmosfera giusta per condividere teglie di cibo e nostralini a buon mercato.
Lì i corsisti hanno potuto verificare – presumo con un certo piacere gustativo… – le differenze fra la farinata bianca, assai diffusa a Savona e preparata (in tutto o prevalentemente) con farina bianca, e la farinata gialla, ovvero di farina di ceci, classica a Genova. Un sorso di Pigato DOC riviera ligure di ponente è valso come positivo abbinamento prima del treno di ritorno.
Savona, che meraviglia!
Umberto Curti
(1)Silvia Bottaro è stata Direttrice della civica Pinacoteca e Museo fino al 1994. Studiosa di arti minori quali la tarsia lignea del secolo XIX, ma anche di avanguardie quanto mai “vitalistiche” come il futurismo, ha pubblicato infiniti saggi, organizzato mostre, curato cataloghi… La sua alacrità instancabile è, da sempre e tuttora, meritoriamente vòlta alla tutela e promozione dei beni artistici locali.