22 mar 2025  | Pubblicato in Ligucibario

Quaresima a tavola in Liguria

quaresimali

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Quaresima, come sfamarsi?

La Quaresima, come sa chi si conforma alla liturgia cristiana, è il periodo “penitenziale” di 40 giorni preparatorio alla Pasqua, dal Mercoledì delle Ceneri al Sabato Santo. Segue il Carnevale (carnem levare), e tende all’ascesi e alla purificazione. La Quaresima è quindi, in concreto, un periodo d’intensa spiritualità, di ravvedimento e, specularmente, di sobrietà e astinenze, anche alimentari. Niente carne in occasione di specifiche giornate (poiché l’unica carne è l’Eucarestia), e in generale il credente privilegia sempre la frugalità dei piatti semplici, poco conditi, verdure-cereali-legumi, pesce “povero”, uova, evitando gusti “importanti” e dolciumi tentatori…

In Liguria, poi abbiamo a soccorrerci anche una cuciniera (476 ricette) di strettissimo magro – senza carne né uova né latticini – , redatta nel 1880 da Padre Gaspare Delle Piane, esperto d’erbe e rimedi, dell’ordine dei frati minimi fondato da San Francesco da Paola, e giuntaci assai apprezzata attraverso tutto il Novecento.

Se i piatti liguri “consentiti” dalla tradizione e dalla regolatezza sono qualche salsa al mortaio tipo m a c h e t t o, il salubre minestrone, il raffinato cappon magro, lo stoccafisso e il baccalà (in Liguria di solito senza polenta) che ci donarono le Lofoten, al momento del dolce trionfano sin dal nome i quaresimali, dolcetti “cinquecenteschi” con mandorle (d’eccellenza), impastati con solo olio, niente grassi “proibiti”. Belli e colorati a vedersi e deliziosi a gustarsi (anche all’ora del tè…), valgono sovente un affascinante tour fra le botteghe e pasticcerie dei centri storici.

Ligucibario® li abbina anzitutto ad un passito a bacca bianca, prosit! E a presto – stay tuned – per gli auguri di Pasqua…
Umberto Curti

Umberto Curti

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