23 lug 2014  | Pubblicato in Liguvinario

Quali vini abbinare al pesto genovese?

keep calm and drink pigatoUn buongustaio ligure, ma anche un “forestiero”, non può sottrarsi ad un quesito tanto più pressante quanto più, e meritatamente, il pesto di basilico sta divenendo ormai una delle salse più celebri al mondo… Che vini avvicinare a questa meraviglia dell’ingegno umano?
Del pesto, chi segue Ligucibario può recuperare sia la storia, sia la ricetta oggi più “consolidata”, onde scoprirne tutte le caratteristiche e beneficiare di alcuni consigli per non sbagliar mosse nella preparazione e nell’assaggio (e anche nell’acquisto).
Il pesto è una salsa a crudo, vegetalissima nel senso che esso realizza il proprio miracolo grazie all’aromaticità del basilico, alla grinta dell’aglio (il pesto senz’aglio è una caricatura da palati distratti) e alla nota gentile dell’extravergine. I pinoli dolci e i due formaggi parmigiano e sardo completano, col sale grosso (salsus, -a, -um deriva da sale), l’opera dello chef così come della casalinga e dell’appassionato.
Si accennava alla grinta dell’aglio, proprio l’allicina pungente – e gli oli essenziali delle foglioline di basilico – rendono impossibile un matrimonio coi vini rossi, portatori di un urto polifenolico che svilupperebbe in bocca amarore, sensazioni di metallico.
Come noto, fra le teorie dell’abbinamento cibo-vino quella per territorialità occupa talvolta uno spazio significativo, suggerendo per cibi di un luogo vini del medesimo luogo, da vitigni in genere autoctoni (salumi dell’Emilia e vino Lambrusco, prosciutto crudo San Daniele e vino Collio Ribolla Gialla, tagliata di chianina toscana e vino Chianti, spaghetti con la bottarga e vino Vernaccia di Oristano…).
E’ la saggezza della tradizione, che tuttavia non di rado si lega all’abbinamento per contrasto e per stagionalità.
Così, al pesto sarebbe bene abbinare il Pigato (DOC riviera ligure di ponente) e in subordine i Vermentini, che viceversa sono diffusi su 4 DOC liguri e che risulterebbe interessante sperimentare anche nelle versioni sarde, toscane, còrse, finanche piemontesi (Favorita)… Il Vermentino è infatti un vitigno che ha molto “viaggiato” fra Asia Minore, Spagna e Francia.
Questi tipi di vini secchi vanno apprezzati giovani, al meglio dei loro profumi delicati, e serviti freschi a 10-max 11° in calici a stelo alto. Ricordano i tempi in cui la Liguria si colorava d’agrumeti, odorava di timo… Le bottiglie migliori riveleranno vini avvolgenti, complessi, di convincente sapidità e persistenza. Intense, sempre, le note erbacee, con fiori e frutti, sino talora alla sorpresa dell’anice, al miele e al bosco.
Fuori Liguria, ti suggerirei alcuni Sauvignon, alcune Malvasie, finanche alcuni Riesling, ma queste potrebbero esser bellissime esperienze da individuare insieme, con calma…

Santé!

Umberto Curti, Ligucibario

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