Quando si indagano le origini di un toponimo, occorre sempre muoversi coi piedi di piombo, questo imparai più di 40 anni fa seguendo le lezioni universitarie di Giulia Petracco Sicardi.
Quanto al caso di Genova, dal latino Genua, esso ascenderebbe ad una radice indoeuropea geneu (“ginocchio”→baia) o genu- (“mascella” →apertura); genu come allusione ad uno sbocco, una foce di uno degli antichi torrenti, o alla struttura di un abitato progressivamente insediatosi sulla costa?
I linguisti che propendono per questa ipotesi ritengono Genua e Genaua (Ginevra) versioni differenti scaturite da una medesima origine, Ginevra in effetti è “sbocco” arcuato sul lago Lemano…
Il villaggio dell’età del bronzo antico di piazza Brignole, la struttura palafitticola del V millennio a.C. di piazza della Vittoria e i tumuli della necropoli etrusca (fra cui una sepoltura principesca) alla spianata dell’Acquasola peraltro confuterebbero la (già discussa e discutibile) teoria secondo cui Genova nacque come emporio presso il seno del Mandraccio (1), una baia sotto la collina di Castello, viceversa essa sarebbe nata lungo la sponda destra del Bisagno, e questo – secondo studi del 2010 dell’archeologo Filippo Maria Gambari, purtroppo poi mancato nel 2020 – confermerebbe come primo toponimo Genaua, celtico-ligure, che nell’età del ferro significava “bocca”, ovvero porto fluviale.
I secoli del Medioevo lo alterarono nel latino Ianua, “porta di accesso”, “di inizio, di transito”, ciò che contribuì alla leggenda di Genova legata alla divinità romana Giano (bifronte poiché osserva passato e futuro), un troiano “discendente” da Noè, paladino delle porte, là dove Genova sarebbe bifronte, denotando un orientamento al mare ed uno ai monti retrostanti.
La leggenda, che come tutte le leggende confonde piani e tempi, è “rilanciata” da una epigrafe nel duomo di San Lorenzo sotto una testa di Giano, ove si legge “Janus, primus rex Italiae de progenie gigantum, qui fundavit Genuam tempore Abrahae”.
Studi recenti sono infine risaliti ad una scritta etrusca, Kainua, ritrovata incisa su un frammento di vaso, essa significa “città nuova” (una Kainua etrusca sorse anche presso Marzabotto in Emilia…), o – se si legasse al greco xenos (Ξένος), “straniero” – alluderebbe a Genova come luogo di arrivo, il che in effetti connota sempre gli scali portuali…
(1) si veda anche il mio “Il cibo in Liguria dalla preistoria all’età romana”, ed. De Ferrari, Genova, 2012
Umberto Curti