Il Dizionarietto GAE di Umberto Curti
Repertorio di termini e concetti ad uso degli allievi dei corsi GAE presso l’ente F.Ire di Genova.
Per approfondimenti si raccomanda anche la richiesta all’editore (link qui) del mio saggio “Sostenibilità e biodiversità. Un Glossario” (2023), che verrà spedito (gratuitamente)in formato pdf…
Si suggerisce agli allievi l’uso di una buona cartina regionale, così da georeferenziare ove necessario quanto segue.
Parte 8 (di 15)
Lamboglia, Nino (1912-1977): archeologo portorino (oggi Imperia), pioniere dell’archeologia subacquea (navigia fundo emergunt), creò appena trentenne nel 1942 a Bordighera l’Istituto internazionale di studi liguri, che come direttore guidò fino al 1977, anno della sua tragica morte. Sin da ragazzino ebbe modo di frequentare Alassio, attigua a quell’area, Albenga, che tanto spazio ebbe in seguito nei suoi scavi di ricerca e nei suoi saggi (significativamente la sua tesi di laurea fu Topografia dell’Ingaunia nell’antichità). Appaiono molteplici dunque sia le scoperte sia le pagine di cui gli siamo debitori, anzitutto centrate sulla Riviera di ponente, con focus sulla topografia e la toponomastica, per inquadrare le “strutture” degli abitati, ma anche su reperti “minori” (ad es. le produzioni ceramistiche…), che gli permisero essenziali connessioni fra necropoli, tracciati viari… Purtroppo Lamboglia mancò appena 64enne nel porto di Genova, in un incidente che pare quasi irreale, precipitando con l’auto da un molo in acqua – causa foschia – presso lo scalo traghetti… Dal 2012 opera una Fondazione intitolata al suo nome. Se l’avvenire si “decifra” anche tramite il passato (e così è…), si valuti finalmente meglio la portata del magnifico patrimonio archeologico e di cultura materiale in Liguria, “distribuito” per non dire frammentato in numerose varie sedi espositive, patrimonio trasversale che come un fil rouge tuttora attende un compiuto marketing, che lo innalzi davvero a “product” turistico di idonea ed esperienziale godibilità, e in tal senso meno dipendente dall’ossigeno pubblico. Salvaguardia e divulgazione, in un’ottica più valorizzante, e le ricadute sarebbero immense. Balzi Rossi, Monte Bego, Riva Ligure, Diano, Albenga, Erli, Finale Ligure, Albisola, Genova, Chiavari, Luni, Varignano, Ameglia…, luoghi (cui lecitamente addizionare la via Postumia, Libarna…) di relitti marini, di incisioni rupestri, di castellari, di scoperte paleobotaniche che meritano turismo di qualità…
Laudato si’: (seconda) enciclica di Papa Francesco *, redatta nel 2015, al terzo anno di pontificato. Si sofferma, con imperativi nuovi e possenti, sulla cura del creato e delle creature che lo popolano. Il tema portante dell’enciclica è difatti il drammatico link fra problemi ambientali e decadenza sociale, con accenti da ecologia integrale (morale umana, relazioni, dignità degli esclusi…). Papa Francesco ha non a caso sottolineato che “non si tratta di un’enciclica verde ma di un’enciclica sociale”. Un’introduzione e 6 capitoli implementano pagina dopo pagina una meditazione concreta sulla crisi, naturale e umana, dell’oggi, crisi indotta da una speculazione brutale sulle risorse, e da uno “sviluppo” ** anzitutto tecnologico – tecnocratico – che ogni giorno di più va rivolgendosi contro l’uomo. Il climate change, l’urgenza siccità, la sottrazione di biodiversità, le disparità – fra ricchi sempre più ricchi e poveri sempre più poveri – causate da una mondializzazione controllata solo dai grandi potentati economici, l’antropocentrismo sprezzante, rappresentano solo alcuni dei temi immediatamente analizzati dall’enciclica, che confida, come detto, nell’affermarsi di un’ecologia integrale, profonda, “interiore”, che ponga l’avvenire collettivo dentro l’impegno delle persone e dentro il susseguirsi dei giorni e delle generazioni (non c’è più tempo da perdere). E’ in definitiva l’auspicio di un rinascimento totale, onde mutar rotta rotta, evitando lo schianto, portando l’uomo e il suo way of life dentro un percorso di progresso e pace. Ha commentato Carlin Petrini, fondatore di Slow Food, che «…il Santo Padre non punta il dito solo contro i potentati finanziari. Solletica tutti noi nelle piccole cose ad avere stili di vita più sobri e virtuosi ed occuparci delle incidenze nell’ambiente ma anche nei rapporti interpersonali. Lui parla in modo semplice e solo apparentemente lieve ma dicendo cose pesantissime”.
*Jorge Mario Bergoglio **già Pasolini distingueva non a caso fra le parole sviluppo e progresso…
Lavatoi (trogoli): il termine (trogolo→treuggiö), di origine longobarda, indica una vasca rettangolare quasi sempre in marmo o muratura, costruita all’aperto, tipicamente in campagna, per lavarvi (con acqua piovana…) i panni o gli ortaggi, per spegnere la calce, ecc…. Ha un foro di fondo per lo scarico. Poteva evidentemente fungere anche da abbeveratoio e mangiatoia
Leadership: la Guida ambientale escursionistica è tour leader, ovvero le competono tutte le decisioni inerenti l’escursione (compresi ove necessario il deviarla o l’interromperla…). La sua leadership poggia evidentemente sulla competenza e l’autorevolezza, che via via vengono corroborate anche dall’esperienza sul campo. Al crescere del numero dei partecipanti, crescono ovviamente anche l’impegno e le difficoltà di gestione del gruppo
Leudo: celebre imbarcazione da trasporto, a vela latina, su cui venivano anche issate le ardesie che dalla Fontanabuona (portate al mare dalle donne lungo ripide crêuze) raggiungevano i mercati target, fra cui Genova. Un esemplare imponente di leudo (il “Nuovo aiuto di Dio”) è visibile sull’arenile di Sestri Levante. Il gozzo è viceversa imbarcazione destinata alla pesca
Liguri Apuani: si tratta della popolazione che, in epoca preromana, abitava parti dell’Appennino ligure e tosco-emiliano e sulle Alpi Apuane, estendendosi dalla val di Vara fino alla media valle del Serchio (Lucca). Confinavano ad ovest con i Tigulli ed i Sengauni (Golfo della Spezia – Carpione). Come noto, una volta sconfitti vennero brutalmente deportati nel Sannio
Liguri Docilii: si tratta della popolazione che, in epoca preromana, abitava l’area di Albisola (Alba Docilia)
Liguri Ingauni: si tratta della popolazione che, in epoca preromana, abitava l’area di Albenga (Albingaunum). Si oppose fieramente ai Romani, pagandone il fio
Liguri Intemelii: si tratta della popolazione che, in epoca preromana, abitava l’area di Ventimiglia (Albintimilium). Per posizione geografica, fu l’ultima a cedere ai Romani
Liguri Sabatii: si tratta della popolazione che, in epoca preromana, abitava l’area di Savona-Vado (Vada Sabatia)
Liguria, origine del nome: parrebbe, fra varie ipotesi, legarsi ad un monema “lig” (presente anche in toponimi francesi, ad es. Livière?), col significato di zona paludosa, poco abitabile. Sottolineo: parrebbe
Linneo: medico, botanico e accademico svedese (1707-1778). Gli dobbiamo la moderna classificazione scientifica degli organismi viventi. Tanto che la lettera L, seguente indicazioni di nomenclatura binomiale nei cataloghi delle specie, “abbrevia” proprio il suo cognome, ad es. Theobroma cacao L.. La nomenclatura binomiale (1735), tassonomia rifacentesi ad un modello in qualche modo aristotelico, fu al tempo una eccezionale novità per “identificare” piante, animali e minerali, ad ognuno venendo assegnati due nomi, il primo indicante genericamente il genere (si sorvoli sul bisticcio di parole), il secondo descrivente specificamente la specie. Il suo operato scientifico ispirò via via anche il botanico finalese Giorgio Gallesio (si veda qui la relativa voce). A Linneo sono intitolati vari musei, in Italia, in Europa e nel mondo (fra i più vicini alla Liguria: Pisa, Milano, Lugano…).
Livello difficoltà (CAI): T=turisti. E=escursionisti. EE=escursionisti esperti. EEA=escursionisti esperti e attrezzati (vie ferrate)
Lungomare Europa: bellissima passeggiata via via ricavata da Varazze (SV), dopo la dismissione della linea ferroviaria del 1975, in direzione levante e poi ponente. Il progetto traguarderebbe se ben ricordo una percorribilità totale da Genova-Vesima fino a a Vado Ligure (SV)
Lunigiana: corrisponde grosso modo alla val di Magra, tra Liguria e Toscana. Terra di confine, di antichissima civilizzazione, deve il nome a Luni, l’importante colonia romana non distante dall’odierna Sarzana. “Aggrega” numerosi Comuni tra lo Spezzino e il Massese, e dal punto di vista storico la recuperiamo dentro citazioni anche dantesche. Esplorarla significa imbattersi di continuo in borghi aggrappati alle colline, fortezze e castelli, dispute feudali, leggende, tradizioni, e ricette fieramente custodite e tramandate
Lupo: canis lupus italicus, in Liguria sono alcune decine gli esemplari, in base ad avvistamenti ormai alquanto ripetuti (in aumento?), particolarmente sulle zone appenniniche di Genova e La Spezia. Quasi sempre, temendo l’uomo (che sovente li ha sterminati), si avvicinano a cascine ed abitazioni solo se pressati dalla fame. Presenza gradita o sgraditissima secondo casi, il lupo non è stato comunque “reintrodotto” in Liguria dagli ambientalisti (attenzione alle fake news), bensì vi è ritornato negli anni ’80 dall’Abruzzo, e gli esemplari più forti hanno proseguito lungo un “corridoio” che ha raggiunto addirittura i Pirenei… Di recente, in sede europea (Convenzione di Berna), da specie strettamente protetta (di cui quindi sono vietati cattura, uccisione, disturbo, detenzione, trasporto, scambio, commercializzazione) è stato “declassato” a specie protetta, ciò che consente ai singoli Stati membri maggior elasticità nella gestione del lupo, visto il recupero numerico della specie in àmbito europeo. La mozione nasce dal crescente urto del lupo sulle attività umane e dal grave scontro sociale che ne deriva, specie nei Paesi e regioni di recente ricolonizzazione…
Macachi: non sono i primati…, ma le statuine del presepe albisolese, in terracotta. Una tradizione antica di almeno 250 anni, e le figurinaie le vendevano tradizionalmente in occasione della festa di Santa Lucia a Savona. “Brutte” come macachi in quanto realizzate col surplus d’argilla che residuava dalla produzione di piatti, tazze, pignatte… Ogni famiglia tuttavia aveva orgogliosamente i propri stampi, e ci si sbizzarriva anche con figure particolari se non bizzarre. La tradizione, per fortuna, è in parte sopravvissuta.
Macramè: deriva da una parola araba, forse fazzoletto forse frangetta decorativa (il francese trasforma in acuto l’accento finale). In sintesi è un merletto “marinaro” realizzato senza ago né uncino. Un intreccio di nodi che, di fatto, era andato un po’ estinguendosi, ma ora è in ripresa. Si utilizzano tradizionalmente cotone, o lino, o lana, e il prodotto si destina sia all’abbigliamento che alla tappezzeria. Genova, come noto, condivideva la sapienza dell’arte tessile (velluti, pizzi, damaschi) col Tigullio e la Fontanabuona.
Per info sui corsi, ente F.Ire, piazza G. Matteotti 2/3b, 16123 Genova, tel. 010 9820702, formazione@entefire.it