Di anicini ho parlato e scritto tanto (fra l’altro amo l’anice in tutte le sue forme). E Luisa Puppo come sempre mi ha tenuto bordone sul suo blog in lingua inglese, questo è il link.
Gli anicini, secondo alcuni i “biscotti del Lagaccio in miniatura”, sono un ponte che lega la Liguria anzitutto all’Astigiano e alla Sardegna.
Non esiste beninteso, e ancora una volta, una ricetta unica, ma sia come sia si tratta di un biscotto, bis-cotto, cioè di un alimento che subisce una seconda, delicata cottura.
Leggeri, senza grassi (tutt’al più un poco di burro per ungere gli stampi), e soprattutto profumatissimi, si apprezzano freddi, anche spolverati di zucchero a velo, e si possono conservare per lungo tempo in scatole di latta chiuse ermeticamente.
Un tempo, nelle case genovesi caratterizzavano (insieme alla cioccolata calda) la festa della prima comunione. Saudade, con un poco di acquolina in bocca.
L’abbinamento, come per i cantucci toscani, è sempre un passito a bacca bianca, servito a 8°C nei tulipanini, più che un Moscato.
Gli anicini hanno costituito un’ulteriore, piacevole pretesto per collaborare con Emanuela Pericu, che cura su Raitre un affettuoso “viaggio” dentro le dolcezze della pasticceria ligure. Il bel video è fruibile a questo link. Nelle immagini si riconosce anche Calogero La Iacona, cortesissimo maître pâtissier di via Bensa, da un po’ di tempo i nostri destini lavorativi non si incrociano, ma lo saluto con affetto prima ancora che con stima…
Umberto Curti