30 ago 2024  | Pubblicato in Ligucibario

Che fai a Scagnello?

immagine tratta dalla pagina Facebook della Pro Loco

immagine tratta dalla pagina Facebook della Pro Loco

Namasté, i miei 8mila fra Bormida, Tanaro e Mongia: un viaggio a puntate dentro un territorio, bellissimo ma “underrated”, che con Luisa Puppo esploro da vent’anni, fra escursioni, incontri, piccoli musei, buone soste…

E’ l’omaggio che Ligucibario®, piattaforma senza alcuna pubblicità, rivolge ai borghi, alle tradizioni, agli artigiani del gusto, a chi in quei luoghi fra Liguria e Piemonte è restato o è ritornato, in fuga da città sempre più inquinate, alienanti, in fuga da trend sempre più rumorosi e cafoni.

E’ l’affettuosa divulgazione anche e specificamente online di quel che da tanto tempo “patrocino” nei miei gustincontri e nella mia saggistica, sempre più ispirata – lo confesso, e con deferenza – a Gino Veronelli (che ebbi il privilegio di conoscere), a Mario Soldati, ai mirabili scritti di Annibale Salsa, di Luca Mercalli, di Salvatore Settis, di Maurizio Pallante… Non so se io stesso ne caverò un libro, amico Lettore, ormai la carta circola poco (segno dei tempi), ti chiede tanto sforzo ma sovente ti ricambia poco o niente…

E così il 25 agosto a Scagnello ho preso parte con Luisa alla prima edizione di “ScagnPass”, un’escursione seguita da cena conviviale a cura della Pro Loco e da musiche e danze occitane. Eravamo proprio in tanti alla partenza, sotto lo sguardo benevolo dell’antica torre (resto di un castello), e poi lungo i 9 chilometri dove via via lo storico locale – professor Enzo Bozzolo – ci ha raccontato le tartufaie, gli scau (essiccatoi), le cappelle e gli affreschi in cui ci imbattevamo. Non di rado ho camminato accanto ad un giovane, assai cordiale, che poi s’è rivelato esser il sindaco di Scagnello, Daniele Garelli. Questo borgo è una “Rio Bo” di circa 160 abitanti, a 750 metri sul livello del mare, in quella val Mongia che davvero meriterebbe d’esser più conosciuta. Le cappelle visitate – splendide anzitutto quelle di San Marco e di San Sebastiano – testimoniano una presenza forte della chiesa, che punteggiava di “rifugi” il territorio così presidiando gli abitati anche più isolati, tra faggete e castagneti, ed una fauna e flora rimaste tuttora particolarmente ricche. Dopo circa 3 ore di hiking ci siamo infine seduti a tavola dove, con efficienza e cortesia, ci sono stati serviti alcuni sfiziosi assaggini, poi una paglia e fieno al ragù, seguita da un eccellente arrosto con patate, e il gelato a chiudere la riuscitissima manifestazione. Quel che più mi ha colpito, lo debbo dire, è stata la presenza intergenerazionale, tutti si salutavano e tutti davano una mano, dai bisnonni ai nipoti. Per uno che come me proviene dalla città (da sempre vivo e lavoro con epicentro Genova…), ed ormai in città quasi non ci si saluta fra vicini di casa, non è stata sensazione da poco.

P.S. come sempre, Ligucibario® è da molti anni un team a disposizione di territori, amministrazioni e imprese per orientarsi – anche in ambito digitale – agli attuali scenari turistici e commerciali, a maggior ragione là dove ricettività e botteghe stentano a tenere il passo e dove dunque occorrono strategie mirate. Contattateci senza impegno su info@ligucibario.com

Umberto Curti

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