Ad Albenga (SV), ma anche nella vicina Ortovero, prendevano il nome di “baxin” (bacini) dei biscottini sovente quadrangolari con mandorle trite, ricetta ottocentesca ma assai “manipolata” – nel 1901 costavano quanto far risuolare un paio di scarpe! – . La ricetta “definitiva” dei baxin – farina, zucchero, limone fresco, aromi da finocchio selvatico e semi d’anice, miele, latte intero, lievito – , da non confondere coi baci di Alassio!, fu acquisita dalla pasticceria delle sorelle Bria nel 1933 (via delle Medaglie d’oro, ma purtroppo chiusa nel gennaio 2013 e ora attiva in piazza IV novembre 1…), poi nacquero varie versioni e persino i baxin vegani a base di latte di soia. Pesanti circa 20 g l’uno, si conservano bene (no burro, no uova). Ligucibario®, se del caso, abbina loro un passito a bacca bianca, ad es. Pigato…
Umberto Curti