Ravioloni d’erbe (bietole…), fritti, detti talora fogliette. Più soffici se con poche uova. Si farciscono anche di funghi. Chiedono sempre un bianco (la DOC locale provvede alla bisogna…), alla giusta temperatura nei giusti calici. Espressione omonima indica anche una zuppa d’erbe spontanee, entrate poi nel raviolo fritto. Esistono anche versioni dolci, con marroni… La Gatta è una cava d’arenaria presso Punta Mesco dove i cavatori cercavano erbe per le torte di casa, e gattafuin fu un’idea del proprietario, barone Massola Tagliacarte? O la parola rinvia alle “gattafure”, torte di verdure rinascimentali? Nell’attesa – vana – di chiarirlo, friggiamoli e gustiamoli, Levanto – coi suoi paesaggi costieri e il meraviglioso duomo di Sant’Andrea – ci aspetta…
A questo link hai come sempre la mia ricetta http://liguricettario.blogspot.com/2010/09/gattafuin-gattafin_30.html
Umberto Curti
Gattafuin di Levanto (SP)
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