5 feb 2024  | Pubblicato in Ligucibario

Lo spreco alimentare

101Per spreco alimentare si intende “l’insieme dei prodotti scartati dalla catena agroalimentare, che per ragioni economiche, estetiche o per la prossimità della scadenza di consumo, seppure ancora commestibili e quindi potenzialmente destinati al consumo umano, sono destinati ad essere eliminati o smaltiti”.
Quanto cibo abbiamo buttato via questa settimana? Qual è la causa più ricorrente per cui lo acquistiamo ma non lo consumiamo? Quanti rifiuti produciamo? Di certo, ormai, urgono risposte e soluzioni (l’app Too good to go è una delle più recenti e migliori…).
Secondo la FAO, a livello globale ogni anno vengono gettati 1,3-1,6 miliardi di tonnellate di cibo commestibile, ovvero almeno un terzo di quello prodotto, corrispondente a un valore complessivo di 1,2 trilioni di dollari (contestualmente, quasi 1 miliardo di persone muore di fame o soffre la fame). Il fenomeno, prevedibilmente, riguarda soprattutto le zone del mondo più sviluppate, come Europa e Stati Uniti. Nel Vecchio Continente, in particolare, la Commissione Europea stima uno spreco alimentare annuo di 89 milioni di tonnellate (179 kg per ogni cittadino); nell’America settentrionale si toccano invece i 280-300 kg pro capite.
Il food waste può peraltro risultare in molti casi evitabile (cibo ancora edibile, cibo che lo diventa se cucinato, ad es. le bucce di patata…). E’ fenomeno divenuto di gravità primaria in quanto deriva, per la gran parte, da sovrapproduzioni e da acquisti in eccesso e poco pianificati (da parte di cittadini, mense, ospedali…), nonché da cibi di cui non si verifica la scadenza, o mal conservati a livello domestico… Cibi non stagionali, pertanto di “lunga” provenienza, specificamente imballati/confezionati (sovente con plastiche, packaging non eco-friendly)…
Anche in Italia, ogni persona spreca 67 kg di cibo all’anno.
Dov’è l’anello debole? Ancora una volta, va detto, il fenomeno andrebbe il più possibile prevenuto con specifici interventi (a partire dalle scuole) di educazione e sensibilizzazione alimentare. Il cosiddetto movimento freegan si prefigge di recuperare gli scarti, soprattutto nel prendere il molto cibo in scadenza dai supermercati, i quali poi ovviamente lo butterebbero senza averlo venduto. In Italia, l’esperienza è stata affiancata da forme istituzionalizzate per il recupero delle eccedenze di produzione come la onlus Fondazione Banco Alimentare (1989) e il Last Minute Market (1998) nato dal progetto dell’agro-economo triestino Andrea Segrè del dipartimento di Agraria dell’Università di Bologna, figura molto attiva e dal 2015 Commendatore dell’ordine al merito della Repubblica.
Se la Francia fu forse la più sollecita a ragionare di sprechi alimentari, la Spagna risulta oggi fra i Paesi in tal senso più dinamici, con un disegno di legge che commina multe pesanti agli esercizi commerciali che gettino cibi edibili e vincola tutta la filiera a predisporre periodici piani di efficienza contro gli sprechi, tanto più che la tecnologia costituisce ormai un validissimo aiuto in termini di distribuzione, lavorazione, consumo…
Umberto Curti

umberto curti

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