Il 25 febbraio scorso la ferrovia Cuneo-Ventimiglia-Nizza (“il trenino delle meraviglie”) è risultata vincitrice del 10° censimento FAI “I luoghi del cuore”, con 75.586 voti, e avrà dunque diritto, per la realizzazione di un progetto, a 50mila euro di contributo.
Poche notizie mi hanno reso di recente più felice. Personalmente la scoprii molti anni or sono, quella ferrovia, partendo dall’estrema Riviera di ponente e facendo tappa a Breil-sur-Roya (Breglio), Saint-Dalmas de Tende (San Dalmazzo), Tende (Tenda) e infine Limone Piemonte, nota località sciistica del Cuneese ormai a 1.010m di altitudine sul livello del mare. A Breil si dirama la bretella per Sospel (Sospello) e Nizza, che percorre territorio francese, paesaggi alla Biamonti.
Il mio primo commento, dopo tanti viadotti sbalorditivi, fu grosso modo “quest’opera è un miracolo”, e presumo sia stato il commento di tanti o di tutti i viaggiatori. Nel 2016, peraltro, il magazine settimanale Hörzu di Amburgo, valutando la tratta Torino-Nizza l’aveva posizionata nona nella graduatoria delle 10 linee più attraenti del mondo (1). 96 i km di tracciato, ma a causa della complessa orografia sono ben 27 le opere ingegneristiche importanti all’aperto e 33 le sotterranee, oltre a varie altre non meno spettacolari che via via scorrono magicamente al finestrino.
Si noti che a metà ‘800 la tratta in progetto avrebbe interessato un’area ancora tutta italiana, sotto i Savoia, alcune località divenendo francesi solo in seguito: Nizza e parte della val Roya nel 1860, e Briga (Brigue) e Tenda nel 1947 al termine del secondo conflitto mondiale (che vide la Francia tra i vincitori e l’Italia tra i vinti).
L’idea, ovviamente cara al Cavour, consisteva nel dar nutrimento a scambi anzitutto (ma non solo) economici fra Torino e la Costa Azzurra. La cessione di Nizza alla Francia trasferì – forzatamente – gli sguardi su Ventimiglia, come nuovo possibile terminale, potenzialmente preferibile ad una ipotesi Ceva-Ormea-Oneglia (che infatti s’arrestò ad Ormea senza mai traguardare il mare). A fine ‘800 i lavori di realizzazione in Piemonte avanzarono sino a Limone, poi (1900) a Vievola attraverso il tunnel del Tenda. Da lì, un protocollo con la Francia (1904) decretò una ripartizione logistica di ruoli, anche per attenuare i costi e scongiurare eventuali necessità di cremagliere, ciascuna nazione avrebbe operato la tratta di pertinenza tra Vievola/Viève e Ventimiglia, oltre ad un raccordo tra Breil e Nizza. Ostacoli orografici quasi insormontabili per le tecnologie del tempo e lo scoppio della Grande Guerra rallentarono i progressi, ma il 30 ottobre 1928 le Ferrovie dello Stato italiane e la PLM francese inaugurarono l’attesa linea. La quale arrecò benefici anche al collegamento Svizzera-Nizza (negli anni ’30 la quantità e qualità di certi collegamenti era incomparabile rispetto al presente). L’elettrificazione trifase non riuscì tuttavia a compensare la successiva crisi dei trasporti, connessa all’anno horribilis 1929 e alle sanzioni economiche, inflitte all’Italia dalla Società delle Nazioni dopo l’attacco fascista all’Etiopia. Infine, il secondo conflitto mondiale complessivamente devastò la linea, obbligando purtroppo ad onerose ricostruzioni, culminate solo nel 1976 col riarmo, e l’inaugurazione del 6 ottobre 1979. Molteplici, e periodici, gli interventi di manutenzione, di sicurezza e migliorativi, a fronte di un ambiente naturale che tuttora non dà tregua alla ferrovia, imponendo frequenti chiusure o limitazioni per ripristinare ciò che le calamità danneggiano.
Le vicende della Cuneo-Ventimiglia-Nizza e il meritato riconoscimento FAI dimostrano tuttavia, ancora una volta, l’importanza anche storico-culturale di certe tratte, cui l’Italia non sempre riserva le giuste sensibilità. Il treno è vettore sostenibile, che può contribuire all’affermarsi (al riaffermarsi?) di un turismo più consapevole, slow, che cerca paesaggi e trasporti a misura d’uomo… Un turismo che necessita di intermodalità e servizi, per potersi muovere senza mezzi propri, di solito inquinanti. La Liguria, che annovera anche altre tratte interessanti e immerse nel verde, su tutte il trenino di Casella a scartamento ridotto e quella Genova-Acqui Terme(-Asti) che non a caso è sovente gettonata da escursionisti e bikers, potrebbe farsi regione-pioniera di una riflessione operativa quanto mai proficua.
(1) prima posizione per la Transcanadese (4500 km tra Atlantico e Pacifico), seconda la Bangkok–Singapore, terza la Royal Scotsman che parte da Edimburgo con vetture d’epoca. Poi l’Orient Express da Londra ad Istanbul via Venezia, e la Hiram Bingham che unisce Cuzco a Macchu Picchu, in Perù…
Umberto Curti
1 mar 2021 | Pubblicato in Ligucibario
Ferrovia, sostenibilità e turismo
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