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Oliva castelnovina

Oliva castelnovina, oliva da olio e da mensa, autoctona, trae il nome da Castelnuovo Magra (SP), terra – da tempi antichi – quanto mai vocata, ma viene chiamata anche nostralina.
L’albero, di dimensioni contenute, è di robusta costituzione, e contrasta validamente le principali patologie dell’olivo. Foglia ellittico-lanceolata, con curvatura iponastica e superficie piatta. Infiorescenza lunga e compatta, paniculata espiciforme.

Dà drupe piccole, tondo-ovali, con nocciolo dai solchi fibrovascolari longitudinali. Oggetto ormai di attento studio, alcuni produttori anche in virtù della sua produttività costante hanno cominciato a lavorarla in purezza. La pianta presenta vigoria media. Il frutto ha peso medio di 1.85 circa, epicarpo pruinoso, con piccole numerose lenticelle. L’invaiatura è media e contemporanea. Rapporto polpa/nocciolo di 3.86, colore epidermide nera, colore polpa a maturazione violacea. Elevata la resistenza al distacco.

Per approfondimenti circa le connessioni germoplasma-tipicità “ereditaria” in àmbito olivicolo ligure, la Regione Liguria ha pubblicato nel 2008 uno studio realizzato da illustri docenti (Sebastiani, Busconi, Bracci, Borghi, Fogher) della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa.

Se il tema ti affascina, qui su Ligucibario hai l’elenco descrittivo di tutte le (43) cultivar liguri.

Umberto Curti

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