Pevèn/pevenn-e sono funghi (clitocybe nebularis) piuttosto diffusi e facili a trovarsi nella stagione delle “nebbie”, ci si fa tradizionalmente il sugo, ottimi anche in addobbo purché consumati in piccole quantità. In realtà, infatti, sono un alimento tossico – vietata non a caso la vendita – se consumato in grande quantità e soprattutto se non cotto a lungo, eliminando il liquido che si forma (e aerando i locali); alcune persone sono comunque sensibili alla tossina presente. ATTENZIONE. Un’altra segnalazione assai importante: hanno purtroppo un sosia molto tossico, bello a vedersi ma con avvelenamenti gravi dal punto di vista gastro-intestinale: l’Entoloma lividum, che cresce purtroppo nello stesso habitat; si riconosce per le lamelle che non decorrono sul gambo, come per il pevèn, e che, via via, cambiano il colore in rosa salmone. L’odore dell’Entoloma lividum è di farina. L’odore emanato dal pevèn è invece più complesso, paradossalmente forse più sgradevole, assai intenso, aromatico, e le lamelle non virano, ma rimangono biancastro-crema. E’ saprofita, cioè vive dei residui e dell’humus del bosco; si nutre pertanto di materia morta, a differenza dei funghi parassiti, che trovano materiale nutritivo a spese di ospiti viventi. In conclusione, non sopravvalutare mai le proprie conoscenze e rivolgersi per sicurezza ai micologi, presso ASL eccetera…
Umberto Curti