13 gen 2025  | Pubblicato in Ligucibario

Impresa, le “cattive prassi” della comunicazione online

photo credits: unsplash

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Impresa, le “cattive prassi” online…

In molti contesti si accenna a “buone prassi”. Relativamente in pochi, tuttavia, si approfondiscono quelle “cattive”. In una stagione storica dominata – e mi riferisco qui all’àmbito professionale – da web e social media, è sbalorditivo come l’impresa – anzi, tante imprese, specie le microimprese a classica gestione famigliare – ancora si muova online senza una strategia né una guida, all’insegna del fai-da-te ad ogni costo, e dunque – poiché ciò che non è buona prassi può essere automaticamente una cattiva prassi – autodanneggino, anziché favorirla, la propria reputation

Impresa e comunicazione

La comunicazione (e la comunicazione di impresa) in questi anni è tempestosamente cambiata, certo, ma chiunque mastichi un po’ di marketing sa che (per alberghi, ristoranti, negozi, artigiani…) alcune regole di ieri valgono ancora e sempre, e non tutto è solo e semplicemente sbornia digitale, non tutto può esser delegato ad una tastiera di computer, senza un obiettivo chiaro e senza linee guida per raggiungerlo. Penso che Veronica Gentili stessa, una social media marketing expert che spesso leggo e sempre apprezzo, sposerebbe la mia tesi.

Personalmente, abito dentro i social il minimo indispensabile, solo per ragioni di lavoro, senza mai – mai – pubblicare alcun contenuto di natura “privata”. Scrollando i post altrui mi imbatto in soggetti che non solo utilizzano lo strumento in modo errato, ma continuamente mescolano lavoro e sfera personale, il che è un modo perfetto per “disorientare” il possibile cliente dell’impresa. Ecco quindi, se magari mi riferissi ad una trattoria, la foto di un piatto, poi un riferimento alle Olimpiadi o al calcio, poi un selfie enigmatico, poi un modo di dire locale, poi l’immagine di un tramonto o di un’escursione, poi la nostalgia affettuosa per un defunto o per un cagnolino, poi un altro piatto, o un vino, poi una poesia o un concerto, poi gli auguri a qualcuno, e avanti così… E’ impressionante sui social la quantità di tempo e di spazi mentali che viene divorata dalle futilità… Zero lo storytelling (quello commercialmente attrattivo), zero o quasi le info di una qualche utilità e suggestione, ovvero capaci di “incidersi” in chi legge, così da generare vere interazioni/conversioni.

Tornerò presto sul tema, con alcuni primi suggerimenti concreti per migliorare, senza fatica e senza esborsi, la presenza online in termini di immagine e di risultati (è davvero un peccato disperdere energie e risorse) dell’impresa. Dunque, amico lettore, e imprenditore, stay tuned! E qui trovi il link al secondo articolo.
Umberto Curti
umberto curti

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