2 apr 2025  | Pubblicato in Ligucibario

Genova, anno domini 1847, l’Italia s’è desta…

locandina dell'evento del 27/10/23 presso il museo del risorgimento di genova

locandina dell’evento del 27/10/23 presso il museo del risorgimento di genova

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Prosegue il nostro viaggio nell’Ottocento genovese, anche attraverso i 10 video che Biblioteca Civica Berio ha predisposto insieme a me e va progressivamente a pubblicare online.

Eccoci giunti quindi al 1847… Goffredo Mameli, poeta e patriota genovese, ventenne, compone l’inno (certo non ancora “nazionale”…), che viene musicato il 5 dicembre a Torino dal parimenti genovese Michele Novaro, compositore che condivideva gli ideali mameliani. Il 10 dicembre, sul piazzale del santuario di Nostra Signora di Loreto a Genova, l’inno viene pubblicamente eseguito per la prima volta in Italia. Quel giorno patrioti da ogni parte d’Italia convengono per una manifestazione che intende commemorare l’anniversario della rivolta del 1747, e la cacciata degli occupanti austriaci a seguito del celebre episodio – “che l’inse!” – del Balilla (Giobatta Perasso). L’intento dei patrioti è, nei fatti, soprattutto quello di sensibilizzare il re Carlo Alberto e le autorità sabaude ad aderire alla causa dell’unità d’Italia. Carlo Alberto peraltro (l’italo Amleto, il Re Tentenna…) è sovrano che, pur più illuminato dei predecessori, dopo la prima guerra d’indipendenza sarà costretto all’abdicazione e all’esilio… Lotte e sangue dovranno ancora susseguirsi… Ma quel 10 dicembre un lungo corteo (le cronache del tempo parlano di circa 32.000 persone, mentre altre 40.000 vi avrebbero assistito lungo il percorso) parte dall’Acquasola e arriva sul piazzale della chiesa di Oregina, senza che le truppe piemontesi lo ostacolino… Tra i partecipanti lo stesso Goffredo Mameli, uno dei principali animatori della manifestazione, e il marchigiano Luigi Paris (coetaneo e compagno di studi di Mameli), con le bandiere tricolori della Giovine Italia, poi donate al santuario. Nell’occasione vengono intonati canti patriottici e la banda municipale  di Sestri Ponente (che dopo la sua morte nel 1905 sarà intitolata a Casimiro Corradi) esegue, per la prima volta in pubblico, “Il Canto degli italiani”, composto pochi mesi prima dal Mameli e musicato appunto da Michele Novaro, canto che quasi un secolo dopo sarebbe diventato l’inno nazionale italiano. A ricordo, nel 2010, il Comune di Genova ha intitolato al “Canto degli Italiani” la scalinata antistante il piazzale del santuario.

Sempre in quell’anno 1847 Giovanni Martino Kunkl, proveniente da Egna, s’insedia con la moglie e le prime tre figlie in via Lomellini 3, iniziando a sfornare “pane di lusso all’uso di Vienna”, a impiegare farine forti, per dar vita a rosette michette sfilatini libretti… Morirà nel 1877, venendo sepolto a Staglieno, ed il figlio Stefano aprirà anche un esercizio in via Roma ed uno ai Quattro canti di San Francesco, divenendo fornitore della Real Casa… Silvio poi, il figlio di Stefano e dunque nipote di Giovanni Martino, diverrà presidente dell’Assopanificatori e insegnante d’arte bianca…

Agli amici Lettori suggerisco quindi in lettura Massimo Castoldi, “L’Italia s’è desta”, ed. Donzelli, Roma, 2024.
Umberto Curti

Umberto Curti

Umberto Curti

 

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